Chi lo conosce giura che sulla fascia Matos corre più di una Stratos. Per i giovani d’obbligo l’ausilio del genitore, possibilmente maschio, per capire cos’era quella Lancia. Un bolide motorizzato Ferrari creato per vincere il Rally, mentre a Matos si chiede semplicemente di vincere qualche duello sulla fascia. Lui che ne ha vinto in allenamento già un paio con Fares, un altro con la «s» finale nel cognome. Che sia un segno del destino? Magari quella «s» sta ad indicare l’inziale della parola salvezza... «Mi piace fare assist per i compagni. Che bello mandare in gol gli altri» ridacchia l’ex Udinese, presentato ieri nel grigiore di via Francia. Là dove sudano perfino i «suv» e dagliela con questa «s», parcheggiati dalle signore bene impegnate nella nota palestra alla moda, Ryder che non si pronuncia «Raider» cerca di spandere ottimismo. «Sono venuto all’Hellas per fare bene, per dare il mio contributo. Possiamo e dobbiamo salvarci».

CORVINO
A portarlo come ragazzino prodigio in Italia era stato Pantaleo Corvino, corpulento diesse della Fiorentina, aiutato anche dall’occhio di Totò De Vitis, ex capitano del Verona di metà anni novanta. «Mi ha preso dal Vitoria» racconta Matos, «ero un bimbo ed ho fatto tutta la trafila delle giovanili». L’attaccante esterno brasiliano però alternava cose egregie, soprattutto nelle Coppe a prestazioni anonime. Ha iniziato a girare di qui e di là fino alle 35 presenze con l’Udinese, mentre quest’anno è rimasto ai margini.

«DOVEVO ARRIVARE PRIMA»
Eppure Matos che fa anche Santos, tra i vari nomi e cognomi tipici dei brasiliani, avrebbe dovuto essere al Verona fin dal ritiro di Fiera di Primiero. «Volevo venire ma l’Udinese mi ha bloccato» ammette, «adesso sono qui. In un grande club che deve risalire. So che la città è bellissima e i tifosi caldi. Non vedo l’ora di dare una mano ai miei compagni».

ROMULO E BESSA
«Loro due li conoscevo già» racconta Matos, «Ma tutti i miei nuovi compagni sono stati carini con me. Romulo lo conoscevo dai tempi della Fiorentina. Lui era in prima squadra ed io ancora nelle giovanili. Ha un’esplosività incredibile. Ho capito, appena giunto a Peschiera che siamo un bel gruppo e sono convinto che lotteremo sino alla fine».

DRIBBLING E CORSA
«Le mie doti principali sono il dribbling e la velocità» spiega l’ex bianconero, «ma sono qua per fare gol e assist. Voglio mettermi a disposizione del gruppo e darò il massimo ogni volta che sarò chiamato in causa».

IL CROTONE
«Ho molto da dimostrare, sono qua per fare bene e per aiutare l’Hellas nella corsa alla salvezza. La strada è ancora lunga, ma non impossibile, l’obiettivo è alla nostra portata e qua ci crediamo tutti, dobbiamo pensare a fare più punti possibile». chiude Ryder Matos, «sono molto motivato e pronto per scendere in campo. Ruolo? Preferisco giocare da esterno o da seconda punta. La gara col Crotone? Sarà una partita molto importante per noi, giocheremo per fare risultato».

Sezione: Rassegna / Data: Mer 17 gennaio 2018 alle 12:00 / Fonte: L'Arena
Autore: Ilaria Lauria
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