Ride e ricorda. «La mia Verona? Ha la faccia di Preben Elkjaer. Il  tempo ci ha fatto diventare amici. Lui segue la Danimarca, io la Svezia. Era il nostro destino». Glenn Stromberg da tempo ha intrapreso la carriera di giornalista e commentatore. Proprio come l'eroe vichingo dell'Hellas. In campo è stato bandiera bionda dell'Atalanta. Calato dal profondo nord. Piedi da battaglia. Guizzi brillanti. Bergamo è diventata la sua seconda casa. Oggi viaggia il mondo per seguire i campionati europei più prestigiosi proprio come commentatore televisivo. Glenn è un classe ’60. Una sorta di almanacco vivente del calcio. Non ha mai detto di no alla lotta. Sa cosa vuol dire sfidare il Bentegodi. Storia antica. 

Il Verona si gioca quasi tutto con l'Atalanta. Il suo commento pre partita qual è? "Il Verona è rinato. Si è ripreso. Ha vinto. E quando vinci ragioni in maniera diversa. In un momento delicatissimo della stagione hanno dimostrato di essere ancora vivi. Molto importante per loro. Molto dura per l'Atalanta."

Senta Stromberg, lei ha visto passare da Bergamo il miracolo scudetto dell'Hellas. Certe storie si raccontano una volta sola? "I miracoli sono eventi unici. Verona ci ha regalato una storia bella. Il calcio vive anche di queste emozioni estemporanee."

Come l'Atalanta di Gasp? "Esatto. Giro l'Europa. E sono in molti a chiedermi dell'Atalanta. Dispiace per come è uscita con il Borussia. Quando sono tornato in città ho respirato un’aria particolare. C'è sempre la sensazione che la magia possa finire da un momento all'altro. Perché confermarsi è difficile. A volte diventa quasi impossibile. Ma all'Atalanta, in questo ultimi anni, va dato il merito di avere fatto grandi cose. Certo, a volte puoi accusare il colpo. Speriamo non sia così.

La lotta salvezza? "Dal Cagliari in giù, tutte comprese. Senza esclusione di colpi. Sarà in finale davvero molto interessante."

Lo scudetto va alla Juve ormai? Lo scudetto è passato da...Roma. La Juve ha vinto all’ultimo secondo contro la Lazio. E la Roma ha fermato in Napoli. Credo che i giochi siano ormai fatti."

Ricordi veronesi? "Voi ve lo ricordate Cantarutti? 

Purtroppo sì. Ne fece tre in un colpo solo al Verona (Hellas-Atalanta 0-3 del marzo ’86) "Bene. Dopo il terzo gol, Cantarutti si leva la maglia e la lancia ai tifosi. Sonetti, dalla panchina, lo riprende e gli dice: “cosa pensi di fare adesso? Vai a farti ridare la maglia. Decido io quando esci“.

E come è andata a finire? "Cantarutti ha recuperato la maglietta. Sonetti lo ha fatto giocare per altri due minuti. E lo ha tolto. Un toscanaccio. Un uomo di grande personalità. Grandissimo pure lui."

Il passato regala nostalgie? "Il passato è la nostra storia. Parlavamo dello scudetto del Verona, giusto? Bene, anche quell'anno c'erano grandi squadre in corsa. Fino al Natale l'Hellas era stato grande. A marzo si dimostrò grandissimo. Ad un certo punto capimmo tutti che stava succedendo qualcosa di unico. E accadde."

Restiamo al passato. Il campione con il quale ha giocato? "Non lo conoscono molti: Torbjorn Nilsson. Giocava attaccante quando io ero a Göteborg. Fece fatica ad imporsi fuori dalla Svezia. Ma lui era davvero il più forte."

Tra quelli che ha affrontato? "Maradona. È qui penso che non si deve aggiungere altro."

Da svedese: Ibrahimovic ci sarà al Mondiale di Russia? "Ibra è il più forte giocatore svedese del momento. Quindi: un allenatore vorrebbe averlo sempre con sé. C'è una cosa però: Ibra non ama fare brutte figure. È così da sempre. Quindi: solo se si sentirà al cento per cento potrà essere del gruppo. Su questo non ho dubbi."

Fischio d'inizio di Verona-Atalanta "La Dea vuole ancora l’Europa. Il Verona ha capito che c'è ancora speranza.... "

Sezione: Rassegna / Data: Dom 18 marzo 2018 alle 13:30 / Fonte: L'Arena
Autore: Enrico Brigi / Twitter: @enrico_brigi
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