Una vita in dribbling. Alla ricerca del ricamo, della giocata estrosa, improvvisa. Mai fermo, mai nello stesso posto per troppo tempo, in campo come nella vita. Un viaggio lunghissimo, quello di Franco Caraccio, attaccante del Sona Mazza in Eccellenza. Dall’Argentina all’Italia passando per gli Usa: la sua carriera è un racconto d’amore per la “pelota” che attraversa i continenti. A sfogliare il libro dei ricordi quasi ci si perde, tant’è grande il viaggio: il primo amore all’Arsenal de Sarandì, dove cresce e esordisce nel torneo di Apertura del massimo campionato argentino. Poi l’approdo all’Houston Dynamo nella Mls Soccer, la partecipazione alla Coppa dei Campioni Concacaf, pure qualche presenza, ed ungol contro la Repubblica Ceca, con la selezione Under 20 dell’Argentina. Bomber con la valigia, portato a Sona dall’ex direttore sportivo Gabriel Maule, Caraccio è uno dei pilastri sui quali il neo tecnico Andrea Zoccatelli, il terzo stagionale, punta per raggiungere l’obiettivo salvezza. «Due domeniche fa ho segnato una doppietta fondamentale per la vittoria, sono felicissimo – commenta – a Sona abbiamo vissuto una stagione tribolata,mail gruppo è unito, tutti sono sul pezzo. Il successo di domenica lo conferma. Ci serva da lezione: è giocando così che ci salveremo ». Caraccio è giocatore fuori categoria, per l’Eccellenza di oggi. Le rotte del destino lo hanno condotto a Verona per mano di quel Maule che lo aveva portato a Trissino ai tempi della Serie D.Oggi risiede a Peschiera, vicino al centro sportivo dove si allena l’Hellas di Fabio Pecchia.
E il caso vuole proprio che, al suo arrivo in Italia, fu proprio Pecchia ad accoglierlo, tecnico del Foggia in Serie C. «Fabio è stato il mio primo allenatore in Italia – racconta l’attaccante del 1987 – arrivai in Italia per provare a sfondare in Europa.Nonèandata benissimo, ma non vivo di rimpianti.Houn bel ricordo di lui: un tecnico preparato, sapeva comunicare bene anche se era al primo anno in panchina dopo aver appeso gli scarpini al chiodo. Purtroppo fu esonerato a gennaio, ma riuscimmo comunque a salvarci anche con una mia rete nei playout». Verona oggi per Caraccio può essere terra d’approdo e di trasformazione. Perché se da un lato il campo non fa mancare il suo richiamo, in testa frulla anche un futuro da commercialista sulle orme del fratello. Ipotesi tutt’altro che campata per aria.«Ho ancora qualche anno
a buon livello ma sto progettando il mio futuro. Ho un fratello commercialista e mi iscriverò alla facoltà di economia, voglio seguire il suo percorso in ambito lavorativo. Nel calcio invece penso che passerò dall’altra parte della barricata: mi piacerebbe allenare».

Nel frattempo, c’è un Sona pericolante da traghettare ad una salvezza oggi più che alla portata. «Dobbiamo lavorare sodo e giocare con testa – conclude la punta argentina – il campionato vive di equilibri sottili, dovremo farci trovare pronti. La partita di domenica è un segnale per il nostro gruppo: queste sono le prestazioni che ci porteranno all’obiettivo, ne sono convintissimo». 

Sezione: Rassegna / Data: Ven 23 marzo 2018 alle 13:00 / Fonte: L'Arena
Autore: Ilaria Lauria
vedi letture
Print