Via i cattivi pensieri e sotto con l’Inter, il 27 dicembre. Con le prime volte degli altri, Gattuso aveva già dato: dopo il primo punto in A concesso al Benevento, evitato l’inedito assoluto della prima vittoria del Verona a San Siro. Con la fatal Verona, figuriamoci: il Milan aveva dato con gli interessi e non era proprio il caso, anche se il bilancio di Coppa Italia contro l’Hellas recitava sei pareggi e una sconfitta. Dunque quarti di finale per la nona edizione consecutiva, con un 3­0 così agevole da mettere in discesa anche la non facile serata di Gigio Donnarumma, ormai nella bufera. E il derby post natalizio adesso non è più solo una suggestione di queste vacanze calcistiche molto english style.

 

OCCHI DIVERSI Premessa d’obbligo: Milan e Verona hanno guardato a questa sfida con occhi abbastanza diversi. Senza Cerci e Buchel, in panchina Verde e Pazzini per 90’, Pecchia ha pensato ­ deve pensare ­anzitutto al campionato. Gattuso no: ha scelto un Milan vero, diciamo molto vicino a quello titolare. Anche se poi, sul 3­0, si è potuto permettere di far riposare il trascinatore di ieri, Suso, Bonaventura e Montolivo, passando ad un più «comodo» 4­4­2. Del resto in campionato la lotta per l’Europa (League) si fa sempre più convulsa e la strada alternativa della Coppa Italia è sempre più importante. E poi, quando non ci sono ancora certezze assolute, se ne cerca una nella continuità, non solo di risultati: anzitutto il 4­3­3, ma non solo. Dunque verticalità alternata a percorsi esterni per arrivare in area, e così ieri ha portato al tiro 11 giocatori diversi. Dunque solidità: reparti meno slegati, distrazioni in calo e dopo cinque gol presi in tre gare dell’era Gattuso, la prima volta a porta indenne.

 

AVVIO FATICOSO Per dire di un Milan che è comunque ancora alla ricerca di regolarità basta rileggere i primi 20’ di ieri. Altro approccio, ritmo e intensità rispetto a domenica con il Bologna. Altra libertà concessa al Verona di piazzare due linee strette a protezione non passiva dei suoi territori: Fossati e Zuculini ­ il più basso dei due mediani, a volte quasi sulla stessa linea dei centrali ­ in aggressione alta su Bonaventura e Kessie; Romulo e Lee puntuali nella doppia fase; Bessa un po’ tampinatore di Montolivo e un po’ incursore alle spalle del fatiscente Kean; terzini in discesa libera appena possibile. Quasi più di Rodriguez e Calabria, nonostante la consegna per Suso e soprattutto Cutrone di attaccare la porta stringendo molto, ma con sincronismi perfettibili, verso André Silva.

 

IL RISCHIO Per il Milan una semi-­invenzione di Bonaventura tiro a giro fuori di poco ­ e stop: serviva un colpo improvviso, o una distrazione del Verona che dir si voglia. E il consueto black-out a cui ancora Pecchia non ha trovato rimedio è arrivato puntuale al minuto 22: cross dalla destra di Suso, alla prima delle molte libertà di cui ha potuto godere, e Souprayen ha avviato un «ciapanò» in area che Silvestri ha visto spegnersi direttamente alle sue spalle. L’ideale per annacquare le sicurezze del Verona. Ma certi vizi, tipo combinarne di tutti i colori una volta in vantaggio (Gattuso dixit), sono ancora difetti congeniti: come domenica, dopo 2’ il Milan ha rischiato il pareggio e come domenica ci ha messo una pezza Donnarumma, su Zuculini ispirato da Romulo quasi indisturbato.

 

DOMENICA IL BIS Ma come domenica i gattusiani hanno resettato e sono ripartiti, ap­profittando delle recidività di un Verona come sempre più portato ad attaccare che a difendere. E ancora poco impermeabile (eufemismo) quando dal cielo è piovuto un altro pallone su cambio gioco di Bonaventura: sponda bella ma senza opposizione di André Silva e anticipo secco di Romagnoli su Heurtaux. Lì il Verona si è sciolto e la liquefazione, fatta di scollamenti ed errori in serie, si è fatta rassegnazione quando ad inizio ripresa Fossati ha girato male il possibile 2-1 e 3’ dopo Cutrone ha staccato di testa in splendida torsione su cross, guarda caso, di Suso. Antonelli, Cutrone e Biglia (traversa) hanno solo sfiorato il 4-0, ma a quel punto tutti pensavano già a domenica. Si replica al Bentegodi: sarà un altro Verona, sicuramente negli uomini, e al Milan potrà dire qualche (altra) verità in più.

Sezione: Rassegna / Data: Gio 14 dicembre 2017 alle 11:00 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Giorgia Segala
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