Cita Vujadin Boskov, Fabio Pecchia: «È stato un mio allenatore. Faceva delle tabelle e prevedeva i risultati della sua squadra e quelli degli avversari. Ci azzeccava sempre, non so come ma ci riusciva. Ecco, io questi conti non sono in grado di farli». Azzera i calcoli, Pecchia, e toglie di torno quanto è rimasto del recentissimo passato del Verona, con le vittorie con Torino e Chievo che hanno riportato l’Hellas in linea di galleggiamento, con la salvezza che non è più distante quanto un mare in burrasca. Arriva l’Atalanta, al Bentegodi, e il tecnico gialloblù spiega: «Mi sono già messo alle spalle tutto al fischio finale del derby». Anche perché, avverte Pecchia, «la classifica rimane quella degli ultimi mesi, ma siamo migliorati sul piano psicologico». Dunque: è vero che l’Hellas si è risollevato, ma altrettanto certo è che non è abbastanza. Una frase sintetizza il concetto: «Il passato è passato». Il passato è, nondimeno, la partita d’andata con l’Atalanta. Esempio, da un lato, e dall’altro, a maggior ragione, avviso: «Per 55’ a Bergamo disputammo la miglior gara del nostro campionato. Poi, però, perdemmo 3-0». Collezionò occasioni, il Verona, e le sciupò tutte, per poi essere annientato. Pecchia invia una raccomandazione: «Ripetiamo la stessa prestazione, ma gestiamo la partita con una diversa maturità. Voglio consapevolezza».

Via alle scelte. Sono 25 gli uomini convocati per la sfida del Bentegodi. Non c’è Alessio Cerci, che ha recuperato dal problema muscolare che l’ha bloccato negli ultimi tre mesi, ma che deve ritrovare ritmo e condizione. Per questo riposerà anche oggi: «Avremo fortemente bisogno di lui», chiarisce l’allenatore, che dovrà rinunciare per un periodo cospicuo a Moise Kean, stoppato da una lesione tendinea alò’adduttore. Ne avrà per almeno un mese («Bisogna rispettare i tempi per il suo rientro. Speriamo di riaverlo per il finale di campionato», l’annotazione) e davanti si fa strada la conferma della coppia composta da Matos e Petkovic.

Più in generale, è un Verona che ha scovato delle soluzioni in corso d’opera. Calvano, in primis, e dopo c’è Franco Zuculini, sempre più rodato. L’innesto di Gian Filippo Felicioli ha aggiunto un tassello credibile alla rosa. Pecchia li passa in rassegna e dice: «Calvano si è fatto trovare pronto: lo è sempre. Franco ha superato i mesi dell’infortunio, ci sta dando di più di partita in partita. Felicioli ha dimostrato il proprio valore con il Chievo, ha giocato una grande gara. E potrà ripetersi, sia che inizi del via sia in caso subentri».

L’Atalanta si presenta a Verona in salute. Ha vinto a Bologna, domenica, ed ha perso il recupero con la Juve, mercoledì, senza sbracare. Ha rimesso nel mirino la qualificazione all’Europa League. Gasperini ha per le mani ampie scelte in tutti i reparti. Si parla di una grande vera della Serie A. Pecchia, dal canto suo, riavrà a disposizione Mattia Valoti, che torna dopo due settimane out per un problema al polpaccio sinistro, e Romulo, squalificato con il Chievo e di nuovo in campo: «Sono recuperi importanti – chiude Pecchia –, ma prima di ogni altra cosa dobbiamo giocare di squadra. La salvezza per noi sarebbe come vincere la Champions League. Per questo è fondamentale anche il supporto dei tifosi. Il Verona è un patrimonio, stargli vicino e sostenerlo è una grande cosa e aiuta i giocatori». 

Sezione: Rassegna / Data: Dom 18 marzo 2018 alle 13:00 / Fonte: L'Arena
Autore: Enrico Brigi / Twitter: @enrico_brigi
vedi letture
Print