TuttoMercatoWeb ha intervistato in esclusiva il grande ex giocatore dell'Hellas Verona Emil Hallfredsson, centrocampista della Nazionale islandese attualmente svincolato.

Soprannominato "Ghiaccio bollente" in terra scaligera, Hallfredsson ha prima risposto ad alcune domande relative all'attività della sua Nazionale, per poi concentrarsi sulla sua carriera e su altri personaggi che ha incontrato nel corso degli anni.


"Come mai svincolato? Questa è una bella domanda, non lo so. Per quanto mi riguarda probabilmente per come è andato il mio anno, nella scorsa annata. Ho fatto un intervento a Barcellona, che è andato molto bene, ma mi ha fatto giocare poco. A Udine mi hanno dato una mano per mettermi a posto e ho giocato le ultime due-tre partite. E poi novanta minuti contro la Turchia, nelle qualificazioni.

Ora sta bene?
Fisicamente sto bene da marzo dell'anno scorso, non ho saltato un allenamento.

Forse manca il ritmo partita.
Però sono stato in Islanda. Nella squadra in cui sono cresciuto, il Fimleikafélag Hafnarfjörðar. Loro giocano da aprile fino a ottobre, a causa del meteo, non ho saltato un allenamento per tenermi pronto alle gare con la Nazionale. Certamente ora mi manca giocare, sinceramente, dopo quindici anni che vai giornalmente al campo ad allenarti... quando non lo fai inizia a mancare.

Ci sono stati dei contatti?
Sì, però nulla che abbiamo deciso di approfondire. Volevo aspettare, magari qualcosa di Serie A. Ora valuto anche proposte dalla B, se arriva un club con un buon progetto. Spero si risolva presto, ho molta voglia. Fra un mese ci sono Francia e Andorra, lavorerò per farmi trovare pronto".

Magari Verona?
Tutti sanno che sono stato bene lì, ma anche a Udine non è stato da meno. Magari.

Cosa cambia dall'Islanda all'Italia?
Sono islandese, sono orgoglioso, qui si vive bene, specialmente durante l'estate, quando c'è bel tempo. Però dopo quindici anni sono diventato anche un po' italiano, mi piace, ho due figli che sono cresciuti lì. In futuro vorrei fare la spola fra i due paesi, magari prendendo casa vicino a Verona. Si mangia bene, ho un sacco di amici... magari quando c'è brutto tempo in Islanda vengo in Italia.

Come si vive il calcio in Islanda?
Siamo in pochi, ma tutti giocano. In questo momento tutti seguono la Nazionale, i bambini vogliono diventare calciatori. Tutti sono contenti di come sta andando, ora stanno vivendo il sogno di avere una squadra competitiva, dopo essere andati a Europei e Mondiali.

Come sono organizzati i settori giovanili?
Ci sono molte squadre vicino a Reykjavik e nei paesi intorno. I ragazzi fanno allenamenti durante tutto l'anno, è tutto molto preparato. Siamo in pochi, ma tutti gli allenatori hanno il patentino della Federazione, non possono essere dei papà. Mio figlio è del 2011, va tre volte a settimana ad allenarsi, ci sono campi indoor sintetici a 7: quest'estate ha fatto un torneo bellissimo, ma nella sua academy ci sono 120 bambini: hanno formato 15 squadre, ce n'erano altre 15. Medaglie e trofei per tutti.

Ricordi: meglio l'Inghilterra a Euro2016 o l'Argentina di Messi?
Uh, per me è uguale. No, forse l'Inghilterra. Quella era tanta roba, è stata la vittoria più grande. Mamma mia, eravamo davvero molto contenti.

Come giudichi la tua carriera finora?
Per adesso è stato molto divertente. Ho fatto 13 anni in Italia, un po' su e un po' giù, dopo due anni di A sono andato in C perché dovevo fare un percorso di crescita per la mia carriera, sono arrivato al Verona fino in A, con Mandorlini, e da lì non sono più sceso. Magari potevo fare qualcosa di più, ma è troppo facile parlare dopo. Per me doveva andare tutto così. Per un islandese cresciuto in Islanda arrivare in A e fare tanti anni non era facile.

Il giocatore più forte con cui ha giocato?
In Nazionale Gudjohnsen. Quando era a Barcellona e Chelsea era veramente forte, il migliore.

E nel club?
Luca Toni, è arrivato a 36 anni, a Verona, con tanta voglia di giocare, fare gol. Ed è diventato capocannoniere.

Un nome: Iturbe?
Non so come mai non abbia sfondato, a Verona ha fatto cose straordinarie. Forse mentalità, oppure sfortuna, ci sono tante cose in meno. Devi fare quel passo in avanti, però era professionale, bravo, forte, veloce....

Ultime due domande: De Paul?
Fantastico, ha tanta voglia di crescere e migliorare. Ha fatto benissimo a Udine, lo vedo bene in una grande. Ora è diventato anche titolare dell'Argentina, si merita tutto. È molto forte.

E Pinamonti?
L'ho conosciuto a Frosinone, sono stato tre mesi con lui. È un bravissimo ragazzo, veramente, a me è piaciuto da subito. Sono contento stia facendo bene, gli ho sempre fatto i complimenti. In allenamento dava sempre tutto e la sua crescita era visibile.

Sezione: Primo Piano / Data: Sab 14 settembre 2019 alle 08:00 / Fonte: www.tuttomercatoweb.com
Autore: Anna Vuerich
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