Nel corso della sua intervista rilasciata al quotidiano L'Arena, Setti è un fiume in piena e va a bomba anche sul grande mecenate, oggi settantacinquenne, che per molti è sempre stato il vero proprietario del Verona: Gabriele Volpi.

«Falso. L’ho conosciuto e voleva che prendessimo il Bologna ed invece avevo la testa solo sul Verona. Mi aiutò all’inizio con 5 milioni di euro, quello è vero. Nel giro di un paio d’anni ho pagato quel debito. Voleva farmi costruire dei centri commerciali ovunque, gli piaceva il mio stile, ma a me interessavano i negozi e basta. In più mi diceva : “io di calcio non ne capisco ma tu sì“. Ho sempre avuto la passione per il pallone e con Sogliano abbiamo dato una mano allo Spezia, la squadra di Volpi. Anzi, ve la dico tutta», prosegue Setti, «ho preso dei giocatori con i miei soldi e poi ci ho rimesso pure. Da Chichizola, Giannetti, Baldanzeddu e Migliore. Avevamo un progetto tecnico insieme, c’era amicizia tra me e Volpi. Verona, Spezia e Rjeka. Lui con grande disponibilità. Voleva costruire una nuova Hong Kong in Nigeria. Grattacieli e attività varie ma anche tante scuole calcio per aiutare quella gente e al tempo stesso creare un asse con l’Europa con il Verona, lo Spezia e il Rjeka per avere i giovani più importanti».

E ancora: «Di mezzo c’era anche la Spagna. Un giorno mi portò ad Alicante. Troppo veloce Volpi di testa e di tutto. Iturbe? Dietro all’affare, non lo nego, c’era lui ma non abbiamo fatto una grande plusvalenza».

«Ho chiesto mille volte a Volpi di entrare nel Verona e di lasciar perdere il resto. Non c’è stato niente da fare. Gabriele è fatto così, poi è arrivato Giampiero Fiorani il finanziere, un uomo con una cultura pazzesca, preparato e molto determinato. Con Volpi si sono interrotti i rapporti, si è alzato un muro tra me e lui ma credo che non sia colpa sua. Lui per me è un uomo solo, nonostante figli e nipoti».

Sezione: Primo Piano / Data: Ven 23 febbraio 2018 alle 09:00 / Fonte: L'Arena
Autore: Giorgia Segala
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