Oggi su Tuttomercatoweb speciale su come hanno lavorato i vivai delle squadre di Serie A. Nel corso della giornata verranno mostrate le 20 rappresentanti del massimo campionato in un'inedita rosa di giocatori cresciuti nel proprio vivaio. Riccardo Prisciantelli è stato direttore sportivo dell'Hellas Verona e negli anni ha scovato talenti sconosciuti: fu lui a portare alla ribalta Marco Parolo e sempre lui a intuire per primo le potenzialità di Miguel Layun, portato all'Atalanta ma esploso altrove: oggi è il terzino del Siviglia e della nazionale messicana. Nel corso della sua esperienza ha scoperto un giocatore che si è rivelato una pepita per il calcio italiano: Jorge Luiz Frello Filho, per tutti Jorginho. È lui il fiore all'occhiello delle giovanili del Verona. 

Riccardo Prisciantelli, come ha scoperto Jorginho? "Mi chiamò un signore veronese che aveva un'attività in Brasile, mi segnalò un ragazzo e lo portò in Italia. Era novembre e ricordo che le sue doti erano evidenti sin da subito. Gli trovai una soluzione abitativa all'interno del centro di Verona, dove c'era un collegio che gli permetteva di studiare, oltre ad avere un tetto e dove mangiare. Ricordo che non fu tesserato subito, tanto che quando io lasciai per andare all'Atalanta ancora il ragazzo non era a tutti gli effetti un giocatore dell'Hellas"

Come mai aspettarono tutto questo tempo? "All'epoca la squadra era in Serie C e la situazione non era delle migliori, oltre al fatto che bisognava sottostare a regole totalmente diverse da quelle che ci sono adesso. Certo che spendere soldi in un settore giovanile di terza divisione quando si faceva fatica a pagare gli stipendi della prima squadra era la questione principale. Serviva coraggio in un periodo onestamente delicato dove i carabinieri ci facevano visita non certo per scortarci..." 

Che ricordo ha del ragazzo Jorginho? "Un ragazzino dalle potenzialità ma che magari non ti aspettavi facesse la carriera che ha fatto. Del resto lo vedevi così picciolino, magrolino, scheletrino. Quando lo vedevo a volte gli allungavo la mano e gli davo i 20 euro per comprarsi qualcosa o uscire a divertirsi. Ogni tanto lo portavo ad allenarsi in prima squadra. Pensi che quando ha iniziato a fare le prime sedute con le giovanili all'Hellas c'era un allenatore che poi si sarebbe ritrovato dopo qualche anno: Maurizio Sarri. Incredibile, il destino".

Sezione: Primo Piano / Data: Ven 23 marzo 2018 alle 15:00 / Fonte: tuttomercatoweb.com
Autore: Ilaria Lauria
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