Coraggio. Solo una questione di coraggio. L’Hellas non può avere un atteggiamento diverso nelle prossime quattordici partite. Senza pensare alla forza dell’avversario. A cominciare dalla sfida che si giocherà questa sera all’Olimpico contro la Lazio, il posticipo che chiude la sesta giornata di ritorno.

Guardi la classifica e capisci che tra le due squadre c’è una differenza abissale, non solo di talento ma anche di forza fisica e imprevedibilità, ma il Verona non può fare troppi calcoli visti i risultati delle altre rivali nella corsa salvezza. L’impresa del Benevento con il Crotone ha fermato la corsa dei calabresi che, con Zenga in panchina avevano infilato una serie di risultati importanti. Non porta a casa punti da Napoli nemmeno la Spal che resta inchiodata a quota 17 e domenica prossima dovrà vedersela proprio con il Crotone per uno scontro particolarmente infuocato.
Chissà se ci sarà ancora Semplici in panchina oppure toccherà a Reja o Mandorlini prendere il timone della squadra ferrarese... Meglio non pensarci, a questo punto i gialloblù devono scalare la classifica, passo dopo passo, solo alla fine del campionato si potranno fare i conti.

Ancora assenti Alex Ferrari e Alessio Cerci, fermo per lombalgia Simon Laner, mister Pecchia ha portato in ritiro 24 giocatori, tra loro anche Heurtaux, Fossati e Verde che hanno scontato il «castigo» inflitto dalla società dopo il mercato di gennaio.
Scelte praticamente scontate in difesa, si dovrebbe rivedere il modulo adottato dall’Hellas nelle ultime gare di campionato con Romulo abbassato a destra in linea con Caracciolo, Vukovic e Fares davanti a Nicolas. In mezzo al campo Buchel e Valoti, larghi sulle fasce Aarons e Matos con Kean e Petkovic di punta.
«La Lazio ha grandi valori ma noi dobbiamo solo pensare ai punti, bisogna fare risultato ovunque, contro chiunque - ha detto il mister gialloblù alla vigilia della sfida con i biancocelesti - . Sì, in effetti, hanno avuto qualche problema nelle ultime gare ma sono mancati i risultati, non tanto le prestazioni. Non mi pare corretto parlare di Lazio in crisi. Ovviamente c’è grande rispetto per gli avversari e solo se diamo il massimo possiamo centrare l’obiettivo».

Non dovrebbe cambiare molto, rispetto alla formazione tipo, Simone Inzaghi che dovrà rinunciare allo squalificato Leiva davanti alla difesa. Toccherà a Marco Parolo, un grande ex della partita, prendere in mano le redini del centrocampo con Marusic a destra e Lukaku a sinistra. In avanti Ciro Immobile con Luis Alberto alle spalle del bomber, un attaccante che quando incontra il Verona vede rosso, già dai tempi di Pescara.
Dovrebbe partire dalla panchina Martin Caceres, l’altro grande ex della gara, il terzino che ha deciso di lasciare Verona e passare ai biancocelesti già a gennaio.
La Lazio non vince da un mese - il 21 gennaio l’ultimo successo in casa con il Chievo - l’Hellas ha raccolto solo tre punti nel girone di ritorno, le due squadre hanno obiettivi diversi e toccherà ai padroni di casa fare la partita con Romulo e compagni attenti a chiudere tutti gli spazi per ripartire in contropiede.

Fondamentale l’approccio alla gara che non potrà essere quello visto con la Roma o con il Crotone quando s’è trovato sotto dopo pochi minuti, anche quello della Fiorentina a dire il vero visto che dopo pochi secondi Simeone poteva portare in vantaggio i Viola per uno scivolone in area di Fares.
Coraggio, dicevamo. Ma anche testa e orgoglio per alimentare una speranza che si chiama Serie A. Anche perchè la sfida dell’Olimpico chiude un ciclo di ferro per il Verona, poi Pecchia potrà contare su un ciclo di incontri più abbordabili con tre partite su quattro in casa, il derby con il Chievo, il Torino e l’Atalanta al Bentegodi, il Benevento in trasferta.
Le tabelle non servono a nulla, questo è chiaro, ma da qualche parte i punti dovrà pure andare a prenderseli il povero Hellas se vuole tener aperta la porta verso la salvezza. un risultato positivo all’Olimpico regalerebbe anche un po’ di serenità e di entusiasmo a un gruppo che non ha mai dato continuità alle poche prestazioni di carattere fatte in questo campionato.
La solita storia, Davide contro Golia, non sempre hanno avuto ragione i favoriti. In settimana il presidente Setti ha ribadito la fiducia nella squadra e nel mister, uno stimolo in più per fare bene. «Una spinta a fare sempre meglio ma non deve essere fine a se stessa - conclude -. Anche la fiducia che io ho nella mia squadra deve essere una spinta per i ragazzi. Da qui alla fine sarà una corsa molto impegnativa, possiamo farcela».

Sezione: Primo Piano / Data: Lun 19 febbraio 2018 alle 10:00 / Fonte: L'Arena
Autore: Anna Vuerich
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