Il sole in faccia. Via gli occhiali, sotto con le domande. Antistadio Day, torna a parlare Maurizio Setti. Presente e futuro. Premesse e non promesse.
"Sono entrato nell'ottavo anno di presidenza. La crisi l'abbiamo passata, possiamo procedere. Per me contano le strutture per crescere i ragazzi. Il calcio è quello che si gioca al Bentegodi ma è altrettanto importante tutto quello che sta dietro. In certi aspetti penso di essere molto più veronese di certi veronesi che sono passati di qua. Cerco di fare il passo non più lungo della gamba. Posso dare una news: abbiamo comprato una sede da 1.400 m2 per l'Hellas Verona proprio venerdì. Un altro tassello che verrà sistemato nei prossimi mesi. Sperando di poter entrarci nel momento in cui andremo a giocare un campionato che ci compete, sempre in questo stadio, però, contro squadre diverse. A me piacciono i fatti. E i fatti li facciamo parlare.
L'Antistadio? Fatto tutto quello che potevamo. Lavoriamo su progetti stabili. La storia va continuata. E questo è un passaggio determinante
".

PASSO FALSO Verona reduce da due ko consecutivi con Salernitana e Lecce. "Non ci voleva. Ma le prestazioni non sono mancate. Dobbiamo ragionare da Hellas Verona. E se la squadra fa gruppo e gioca come l'ho vista giocare anche in queste sconfitte, le vittorie arriveranno. Certo, dobbiamo fare di più. Ma siamo sulla buona strada".
Alla ripresa ci sarà il Venezia a sfidare i gialloblù. E un nuovo rivale: Walter Zenga, chiamato alla guida dei lagunari proprio in queste ore. "Capita sempre a noi di arrivare quando gli altri cambiano. Ma ci interessa poco. Facciamo gruppo e pensiamo solo a noi stessi. Abbiamo ragazzi di qualità. Altri devono ancora iniziare a giocare per problemi ed infortuni. Ma i risultati arriveranno".

CENTRO SPORTIVO "C'è solidità aziendale. Quando sono arrivato io non c'era niente, oggi lavorano 35 persone in sede più tutte le figure che lavorano sui campi. Di fatto, un'industria vera e propria. I soldi non vanno utilizzati solo per i giocatori, ma vanno 'messi' anche nelle strutture. Perché  giocatori passano e le strutture restano. L'anno scorso è stato il peggiore. Certe cose non le ho capite e mi assumo la responsabilità per quello che non ha funzionato all'interno dello spogliatoio. Ma questo fa parte del gioco del calcio. Per fare risultati contano gruppo e sistema. Impostando le basi per il futuro. I mio pallino è quello del centro sportivo. Per avere tutti i nostri ragazzi sotto controllo. Negli ultimi quattro anni siamo stati bloccati dalla burocrazia e di fatto il vecchio progetto è stato abbandonato. Ci siamo mossi su altre cose molto interessanti. Stiamo definendo la trattativa. E nell'arco di sei-otto mesi dovremmo avere risposte importanti".

PAZZO E DI CARMINE "Si vuole creare una dicotomia che non esiste. Abbiamo 27-28 giocatori tutti validi e indispensabili. Il problema tecnico è del mister che deve decidere chi far giocare e come farlo giocare. Si tratta di remare tutti nella stessa direzione. La realtà, però, non va distorta e qualcuno per forza di cose deve restare fuori".

IL LAVORO GROSSO "Abbiamo cambiato 17-18 giocatori e siamo al lavoro da un paio di mesi. Sono contento del lavoro di Grosso e mi piace anche il suo modo di giocare. Ci vuole tempo per vedere realizzato il suo progetto. Ma oggi siamo secondi e quindi non così lontani dalla posizione che ci compete. Cosa chiedo di più? Portare avanti un modo di giocare. E provare sempre a fare un gol in più dell'avversario. Prendo gli ultimi due ko: se a Salerno o con il Lecce chiudiamo avanti noi di tre gol, penso che nessuno avrebbe avuto niente da ridire. E, invece, non abbiamo segnato e si è pure perso. Capita, serve e aiuta. Dobbiamo essere più bravi. Spiace a tutti perdere".

Sezione: Primo Piano / Data: Dom 14 ottobre 2018 alle 13:00 / Fonte: L'Arena
Autore: Anna Vuerich
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