Una vera e propria rivoluzione per andare in Serie A. In due mesi il nuovo direttore generale Tony D'Amico ha "smantellato" la squadra che s'è macchiata della retrocessione in B - colpevole soprattutto di aver giocato senza lottare partite fondamentali per la salvezza - e ha messo nelle mani di Fabio Grosso una vera e propria "fuoriserie" per puntare alla promozione diretta, senza passare dai play off.
Anche la Gazzetta ha promosso il lavoro di D'Amico con un 8. Sì, è vero, alla fine solo il campo può decidere i destini di una squadra di calcio e la campagna estiva del club di via Francia non ha convinto tutto il popolo gialloblù, però l'organico costruito in questa calda estate è sicuramente di tutto rispetto per vincere senza troppi problemi il torneo cadetto.

In effetti la coppia Setti & D'Amico non ha certo scialacquato nonostante i venticinque milioni di euro di paracadute e i soldi incassati dalle cessioni di Fares, Viviani, Jorginho, solo per fare qualche nome, ma è evidente la superiorità tecnica dell'Hellas quando si confronta la rosa gialloblù con le avversarie. Solo il Benevento, altra retrocessa, ha lavorato con investimenti importanti sul mercato, le altre sono rimaste alla finestra e solo negli ultimi giorni s'è mosso il Palermo, quando ha capito che non c'erano più possibilità per agganciare la A a tavolino.
Grosso può disporre, e non solo, di giocatori che possono fare la differenza in B ma anche di atleti che possono adeguarsi a tutti i moduli che il tecnico deciderà di adottare, dall'ormai tradizionale 4-3-3 al 3-5-2, dal 4-2-3-1 con tre fantasisti alle spalle dell'attaccante oppure al 4-2-4 super offensivo adatto a una squadra che deve imporre il gioco in casa e fuori.
Diventa fondamentale in quest'ottica l'atteggiamento con il quale Antonio Caracciolo e compagni affronteranno le partite in casa e in trasferta, e qui deve lavorare soprattutto il nuovo allenatore. La sconfitta di Catania e la conseguente eliminazione dalla Coppa Italia dovranno servire a Setti, D'Amico e Grosso per invertire la rotta e correggere gli errori fatti.
Dopo una retrocessione tanto amara, solo le vittorie in serie possono ridare entusiasmo ai fedelissimi gialloblù e quindi questo non può e non deve essere il momento degli esperimenti. Certo, la responsabilità è tanta e Grosso è un tecnico giovane, ma ha le spalle larghe e avrà già capito da tempo che cosa chiede Verona all'Hellas. Se non l'ha capito, ci sarà qualcuno che potrà spiegarglielo, visto che fra soli sette giorni debutterà al Bentegodi con il Padova, una neopromossa, per carità, ma con i derby non si scherza.

In attesa di capire dove finirà Fossati che potrebbe andare all'estero, con Cherubin e Cappelluzzo "praticamente esclusi" dal nuovo progetto gialloblù, il tecnico può contare su Marco Silvestri in porta che partirà titolare. Per quanto s'è visto nelle prime amichevoli e in Coppa, Grosso sembra orientato alla difesa a quattro. Caracciolo, Empereur, Dawidowicz e Marrone saranno i centrali. Almici, Crescenzi, Eguelfi e Balkovec gli estremi con la possibilità di affrontare alcune partite con i tre centrali e due terzini più alti sulle fasce.
"Quando servirà ci adegueremo agli avversari", ha detto il tecnico gialloblù durante la preparazione. Sono arrivati segnali positivi dal centrocampo, soprattutto da Henderson e Gustafson, ma anche Laribi è dotato di classe e tecnica, può fare la differenza in B. Da valutare Santiago Colombatto che ha perso qualche anno dopo il buon debutto a Cagliari. Verona può essere la piazza per rilanciarsi.
Solo l'imbarazzo della scelta per l'attacco. Il mister può contare su esterni che possono saltare l'uomo e andare al tiro come Ragusa e Cissé, Matos e Lee - impegnato in questo momento alla Coppa d'Asia con la Corea - e su due bocche da fuoco come Pazzini e Di Carmine che, insieme, hanno collezionato trecento gol in carriera. Un grattacapo in più per le difese avversarie.

Sezione: Primo Piano / Data: Dom 19 agosto 2018 alle 10:30 / Fonte: L'Arena
Autore: Anna Vuerich
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