Il momento giusto per spiccare il volo. Per cambiare passo e salire ancora più su. Tutta Verona ha conosciuto Alberto Almici ben prima del campo, per quel contratto trovato come regalo di matrimonio assieme ad una guida della città e alla maglia gialloblù. Una bella storia per chi arriva nel territorio di Giulietta e romeo, ma adesso quello che conta è solo il campo.
Lo sa bene l'ex terzino dell'Atalanta a cui l'Hellas ha deciso di affidare la parte destra del pacchetto arretrato.
"Ringrazio la società per la fiducia, tra l'altro arrivo in prestito con obbligo di riscatto, per me è importante sapere che il club punta su di me", l'esordio prima dell'allenamento a Mezzano di Primiero, "essere qui è un orgoglio ma anche una responsabilità. Verona è una piazza di alto livello, la più importante nella mia carriera dopo le giovanili con l'Atalanta, ho manifestato da subito il mio gradimento per giocare con questi colori, per questo quando al mio matrimonio ho ricevuto il contratto da firmare è stata un'emozione grandissima".

Una vita sulla fascia destra, un veterano della Serie B che a soli 25 anni ha già messo insieme 180 presenze nel torneo cadetto, vissuto però sempre nella pancia della classifica, a volte anche nelle zone più calde. "Sono un difensore esterno a cui piace spingere, oltre che nella difesa a quattro ho fatto spesso anche l'esterno dei cinque di metà campo, ma l'importante per prima cosa è non prender gol. Sto cercando di lavorare molto anche sulla fase difensiva".
Ad insegnargliela un ex terzino che è arrivato fino in cima al mondo, con Almici che aveva 13 anni quando Grosso segnava una rete diventata storica e che avrebbe portato all'Italia alla vittoria al Mondiale.
"È comunque una bella emozione lavorare con un mister che è stato campione del Mondo, per di più nel mio ruolo: spero di riuscire ad imparare parecchio da lui, finora l'impatto è stato molto positivo".
Sul campo di Mezzano finora chiede di spingere ma anche di stringere vicino ai centrali quando a salire è l'esterno dalla parte opposta alla sua, un lavoro costante sul pacchetto arretrato perché in Serie B i meccanismi difensivi saranno fondamentali.
"Conosco bene il campionato, è molto difficile e basato sull'agonismo. È imprevedibile, ogni squadra può vincere o perdere contro qualunque altra, noi stiamo lavorando per farci trovare pronti alla partita".

Intanto però il clima attorno alla squadra è freddino, con i tifosi ancora pieni di delusione dopo l'amarezza della retrocessione. "La percezione di questa delusione c'è, non si può negare. I tifosi sono incazzati e lo capisco, per questo in queste situazioni parlare non serve a niente. Dovremo convincerli con il nostro lavoro di ogni giorno e soprattutto con le vittorie".
La faccia da bravo ragazzo, la voglia di non mollare mai in campo. Un po' come Nadal nel tennis, ma non ditelo troppo forte perché Almici è un grande appassionato della racchetta ma con un unico idolo. "Federer, non ci sono dubbi". E chissà che magari no nci sia l'occasione di una partita contro mister Grosso, anche lui grande appassionato di tennis. "Nel calcio devo imparare ancora molto, ma nel tennis non ci sono dubbi, vinco io".

Sezione: Primo Piano / Data: Sab 14 luglio 2018 alle 11:30 / Fonte: L'Arena
Autore: Anna Vuerich
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