Sono oramai trascorsi due giorni, dallo svolgimento dell’ultimo match dell’Hellas, valido ai fini della Serie A 2014/2015. Stiamo parlando, appunto, di Hellas – Fiorentina. A tal proposito, ci è assolutamente lecito farne un commento a caldo, cercando di inquadrare le azioni salienti del match, facendo emergere e commentando quelli che sono i punti di forza ed i presunti punti di debolezza, registrati dalla squadra di Mandorlini la scorsa domenica.
Partita che si gioca e sviluppa molto, soprattutto nel corso del primo tempo regolamentare: per l’Hellas, è cruciale la perdita per infortunio di Obbadi, dopo solo 8 minuti di gioco (gli verranno poi pronosticate 4 settimane di stop). La sua assenza dal terreno di gioco, si fa molto sentire soprattutto a livello tattico: infatti, i gialloblù perdono colui designato a dettare i ritmi di gioco, ed in particolare quel player di centrocampo che sapeva dare i giusti palloni al reparto d’attacco. Ciononostante, gli uomini di Mandorlini non si scoraggiano: Tachtsidis e Nico Lopez tengono Neto, infatti, su di giri.
La grinta veronese non premia, il 3-5-2 di Montella risulta più efficace: infatti, dopo 15’ arriva il gol della Viola. Un corner dalla destra, giunge a Savic che, in area, appoggia al centro per Rodriguez: è facile l’appoggio in rete. L’Hellas risente del contraccolpo psicologico del gol subito: infatti, da questo momento in poi, è solo Fiorentina per circa 10’. Ma diversi tentativi a rete sono quelli dell’Hellas, che si spengono in cross eccessivamente lunghi, o con attaccanti pescati in fuorigioco.
Dopo una traversa di Gomez, l’Hellas incomincia a fare sul serio: Hallfredsson, crossa al centro area per Toni, che di prima calcia in porta: traversa clamorosa! Sull’onda dell’entusiasmo, l’Hellas va a pareggiare i conti: Campanharo, lancia lungo per Toni che, con una eccellente smarcatura, apre a Nico Lopez un corridoio magnifico, che gli permette di anticipare Neto in uscita (che verrà poi ammonito per gioco pericoloso) ed appoggiare la palla in rete. Si va verso la fine del primo tempo, con un’altra occasione per la Viola inibita prontamente dal centrale gialloblù Agostini, su una leggera sbavatura difensiva dei suoi colleghi di reparto.
Il secondo tempo, non da molte emozioni ed è sulla falsa riga del primo: un'importante occasione sui piedi di Marcos Alonso che, ricevuta palla dalla destra, calcia al volo mandando la palla sul fondo. Ed è proprio da lui che, parte l’assist per il gol del vantaggio della Viola: palla al centro dalla sinistra, toccata di corpo da Cuadrado che, non si sa come, riesce a segnare il gol dell’1-2. L’Hellas cerca, tuttavia, di ripristinare la parità: Tachtsidis, accentrandosi dalla destra, sgancia una fucilata di sinistro che finisce di pochissimo a lato. Un minimo di precisione in più, ed il tiro sarebbe stato imparabile per Neto.
Incomincia, in seguito, il valzer dei cambi per entrambe le formazioni. Da registrare, un’occasione per i gialloblù: colpo di testa da centro area di Christodoulopoulos, innocuo. Non vi sono da segnalare altre occasioni da gol clamorose: molte le azioni che si spengono sul fondo o con attaccanti (di ambo le formazioni), pescati in fuorigioco. Purtroppo, per gli uomini di Mandorlini si interrompe la striscia positiva di risultati utili, che durava dal match con la Lazio (nona giornata).
Ed allora, viste le azioni salienti sopra descritte, di questa sconfitta chi ne è responsabile? Saranno, forse, le scelte tecnico veronese? Oppure, alcune sviste degli undici in campo?
Una cosa c’è da dire: un difetto di fabbrica di questo Hellas targato 2014/2015, potrebbe essere la sofferenza manifestata sia nelle situazioni da calcio da fermo (corner in particolare), che nei contropiedi rapidi e ben filtrati. Non ci si deve sorprendere di ciò: infortuni importanti, ne sono la principale causa. Tale circostanza, obbliga spesso il tecnico veronese a fare scelte sia contro la sua idea di gioco che, soprattutto, di schema di gioco studiato nel corso degli allenamenti di Peschiera.
Senza fare il processo alle intenzioni, non dimentichiamoci il grasso pareggio di San Siro, dove la squadra si è comportata eccellentemente in ogni reparto. Infatti, non vi furono cambi tattici improvvisati od infortuni in corso d’opera. Ne è buon presupposto, per dire che, sicuramente, non vi sono state scelte sbagliate di Mandorlini. Forse, qualche sbavatura difensiva si sarebbe potuta evitare: su tutti, Moras, in fase di disimpegno e Marquez, quasi a commettere un ingenuo fallo da espulsione e rigore, nel primo tempo, su Cuadrado. Buona prestazione di Agostini, sempre pronto all’occorrenza, e del collega Gonzalez protagonista più in attacco che in difesa. Buon lavoro del reparto offensivo: su tutti, Toni e Nico Lopez.
Non resta altro che dire che, la partita di Reggio Emilia contro il Sassuolo, è molto vicina: sfida difficile, vista la vicinanza delle due squadre in classifica ma, se ben sfruttata, potrà portare preziosi punti alla causa salvezza (come dichiarato ieri da Mandorlini, in occasione del premio Galà del Calcio Triveneto).
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