Prepariamoci ad una Serie A sempre più spezzatino, in cambio di proventi tv per 1,1 miliardi sul territorio domestico e di 1,4/1,5 miliardi complessivi a stagione, compreso l’estero, secondo le aspettative dell’advisor Infront, vale a dire oltre 200 milioni in più dell’attuale triennio.

È questa la novità più succosa contenuta nel bando di vendita dei diritti televisivi del campionato per il ciclo 2018-21, pubblicato ieri dalla Lega e relativo alle dirette a pagamento in Italia.

Fra due stagioni le finestre orarie fisse della Serie A saranno ben otto: sabato alle 15, alle 18 e alle 20.30; domenica alle 12.30, alle 15 (tre partite), alle 18 e alle 20.30; lunedì alle 20.30.

 

“Mantenere le partite nell’appuntamento storico della domenica pomeriggio è anacronistico – spiega alla Gazzetta Luigi De Siervo, a.d. di Infront ItalyÈ più interessante poter offrire a più utenti possibili la fruizione del campionato italiano. Questo è un punto d’incontro tra le abitudini degli italiani e la necessità di dare alla Serie A maggior visibilità sui mercati internazionali. Si è cercato di evitare le sovrapposizioni con i big match esteri e si è anticipato l’orario serale dalle 20.45 alle 20.30: il broadcaster straniero che solitamente compra i diritti di più campionato, in questo modo è più tentato di scegliere la A”.

In questo tentativo di sprovincializzarsi rientra il coinvolgimento del regista Paolo Sorrentino: “Gli abbiamo offerto una sorta di art direction del calcio italiano nel mondo, con l’incarico di fare non solo da super spot della A all’estero ma anche di scrivere una sceneggiatura del prodotto in modo da accrescerne il valore”.

 

PACCHETTI – Ma adesso le attenzioni sono concentrate sul mercato domestico. Sabato 10 giugno alle ore 10 (due giorni prima della Champions) verranno aperte le buste delle offerte e nello stesso giorno l’assemblea di Lega dovrebbe assegnare i pacchetti.

Sono state recepite le osservazioni dell’Antitrust che ha indirizzato la Lega verso una vendita per piattaforma, in realtà mista. Infatti, a differenza del passato, l’esclusiva è davvero allettante: il pacchetto A (satellite), il pacchetto B (digitale terrestre) e la somma dei due pacchetti C (internet) hanno contenuti comuni: ci sono le prime quattro squadre per bacini d’utenza (al momento Juve, Milan, Inter e Napoli) oltre alle tre neopromosse e all’ultima squadra di A per numero di sostenitori.

Tutti gli altri club arricchiscono il pacchetto D, aperto a tutte le piattaforme e in esclusiva: ci sono Roma, Fiorentina, Lazio, Torino, eccetera.

 

COSTI – Se i pacchetti delle 8 squadre comuni hanno una base d’asta di 200 milioni annui ciascuno (i due pacchetti C 100 milioni a testa), il pacchetto D vale 400 milioni. Troppi? “Le esclusive del pacchetto D – spiega De Siervo sono molto più forti del passato, c’è l’essenza della Serie A”.

Il fatto di aver dato ai new media la stessa dignità delle pay tv tradizionali è ritenuto, a giudizio di Infront, uno stimolo al mercato. Il pacchetto D potrebbe consentire ad uno stesso operatore di avere tutto il campionato: secondo Infront è una tutela per i consumatori, che non sono più costretti a fare abbonamenti per vedere tutto.

Ora la palla passa al mercato. Ci sono Sky e Mediaset, con la prima che potrebbe fare il colpaccio assicurandosi i pacchetti A e D. E ci sono gli operatori del web, dalle telco ai cosiddetti “over the top” come Amazon, che potrebbe essere interessata.

Da ambienti vicini a Telecom, si apprende che quest’ultima non pare intenzionata a partecipare all’asta. Se è pretattica o la pura verità lo scopriremo presto.

Sezione: Primo Piano / Data: Sab 27 maggio 2017 alle 09:30 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Giorgia Segala
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