Le note della famosa canzone “Verona Beat”, cantata nel lontano 1979 dai Gatti di Vicolo Miracoli, ci accompagnano in un salto indietro nel tempo lungo ben trentatrè anni.  Ricorre oggi, infatti, l'anniversario di quella magica favola chiamata “scudetto”, scritta dalle sapienti mani di Osvaldo Bagnoli e dei suoi fantastici giocatori in maglia gialloblù. Sembra impossibile possa essere già trascorso tutto questo tempo, perché il ricordo è ancora talmente vivo che è come se l’orologio si fosse fermato. Pare ieri, quando, in uno stadio di Bergamo gremito a festa da oltre diecimila tifosi gialloblù, grazie ad una rete di “cavallo pazzo” Preben Elkjiaer Larsen, il Verona conquistava quel punto che garantiva la matematica conquista del tricolore, ad una giornata dal termine del campionato. Diventa difficile poter spiegare il valore, per una realtà come Verona, di un risultato così grande e così inatteso ed inaspettato. Una gioia enorme dal profumo inebriante che ancora oggi si annusa per le vie della città ogniqualvolta se ne parla o si incontra per strada qualche “eroe dello scudetto”. Domenico Volpati – uno dei principali protagonisti della favola gialloblù – ricorda sempre la sua fatidica frase pronunciata nello spogliatoio di Bergamo "...solo negli anni riusciremo a renderci conto di quello che abbiamo fatto…”. Poche semplici parole, cariche di un’emozione infinita, che sono diventate lo slogan immortale di quella stagione straordinaria.

Erano gli anni 80, il campionato italiano era il più ricco e il più bello del mondo, una grande vetrina dove si potevano ammirare campioni indiscussi come Maradona, Zico, Platini, Rummenigge e Falcao, tanto per citarne alcuni. Era il campionato del sorteggio arbitrale a fasce – esperimento mai più ripetuto – e delle partite senza anticipi e posticipi – figli “legittimi” o presunti tali della tv a pagamento – che si concluse con la vittoria di una squadra non capoluogo di regione – prima e ultima volta nella storia del campionato italiano – che rimase in testa alla classifica dalla prima all’ultima giornata. Per vincere, però, riprendendo le parole di un allenatore saggio ed esperto come Osvaldo Bagnoli, qualità tecniche e budget non sono da soli sufficienti, perchè sono necessari anche molti altri ingredienti. In buona sostanza, alla fine vincono i migliori e in quel fatidico campionato 1984/1985 andò proprio così...

Grazie ancora di tutto campioni senza tempo...

Sezione: Primo Piano / Data: Sab 12 maggio 2018 alle 14:30
Autore: Enrico Brigi / Twitter: @enrico_brigi
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