Si narra, dalle parti di Verona, che il lieto fine della Cassaneide di ieri abbia ben altri connotati. E si racconta come l’ultima follia di Antonio Cassano vissuta sul filo della ragione (del ritiro), il sentimento (per la famiglia) e, infine, il pentimento siano una sorta di finale alternativo, più in sintonia con la favola dell’eterno Peter Pan, rispetto ai gelidi binari contrattuali. Sì perchè pare che nel contratto di Cassano con il Verona, vi fossero quelle due-tre clausolette ‘matrimoniali’ sul genere film americano. Il Verona, insomma, si sarebbe cautelato rispetto alle ‘cassanate’, fissando penali salatissime in caso di deragliamento. E, in quanto alla ragion del ritiro, sì, forse la famiglia gli mancava, figuriamoci. Ma c’è anche chi racconta come non ne potesse più di sudare e sbuffare lontano dal pallone per di perdere peso e vincere la sfida con il suo più temibile avversario, la bilancia.

Gli capitava a vent’anni di andare in corto circuito quando c’era da faticare e sudare (non a caso la sua biografia si intitola: "Dico tutto. E se fa caldo gioco all’ombra"...) figuriamoci adesso. Che lo abbiano riportato alla ragione, magari sventolando (anche) il contratto, lo si evince dalla conferenza stampa del Grande Pentimento dopo il "No mas" alla Roberto Duran, il grande pugile che stanco di prenderle da Sugar Ray Leonard nello storico match degli anni ‘80, pronunciò quella frase due volte all’ottavo round: "No mas, no mas- Ora basta, ora basta". Anche Cassano, ha detto basta all’ottavo round. Aveva firmato il contratto appena otto giorni fa e, come fanno spesso i pugili, soprattutto quelli più avanti con gli anni, ci ha ripensato. Ha detto, Cassano: "È stato un momento di debolezza. Voglio continuare a giocare e vincere la scommessa. Non smetto, resto al Verona". Dopo il marcia indietro, la spiegazione, tutta d’un fiato: "Avevo fatto una riunione con la squadra per dire che volevo staccare, ho avuto solo un momento di debolezza. Tante volte ho ragionato con la pancia e questa volta grazie a mia moglie, alla tenacia di Filippo (Fusco, il ds) e del presidente ho capito che devo vincere questa scommessa. Stavo sbagliando ancora una volta. Lasciare sarebbe stata la cazz...... più grande, superiore a quelle che ho già fatto". L’ultima cassanata, finisce qui, con il lieto fine. Almeno per ora.

Sezione: News / Data: Mer 19 luglio 2017 alle 10:30
Autore: Stefano Bentivogli / Twitter: @sbentivogli10
vedi letture
Print