Tutto rinviato a lunedì. La partita dei diritti tv della Serie A - riporta la Gazzetta dello Sport - sembra non finire mai.

Nella due giorni assembleare tra martedì e ieri si è messa ai voti la risoluzione del contratto con Mediapro, l’intermediario che si è aggiudicato la licenza per 1050 milioni ma si è visto bocciare la rivendita dal Tribunale e non ha presentato in Lega le garanzie finanziarie richieste.

Il quorum, 12 su 17 (escluse le retrocesse), non è stato raggiunto in due casi. Ieri ci si è fermati a 10: Atalanta, Bologna, Fiorentina, Inter, Juve, Napoli, Roma, Samp, Sassuolo e Spal. Il Genoa, che aveva votato sì il giorno prima, si è astenuto assieme a Cagliari, Milan, Torino e Udinese, con l’assenza di Chievo e Lazio.

Questo gruppo ha chiesto ancora qualche giorno di attesa perché nella notte Mediapro aveva fatto un piccolo passo in avanti: i 186 milioni cash promessi varrebbero a garanzia e quindi in aggiunta alla prima rata da 203 di luglio, oltre alla visibilità del patrimonio netto della capogruppo Imagina da quasi 400, in attesa di quello da 1031 milioni della nuova controllante, una volta che da Pechino arriverà l’ok all’acquisto della maggioranza del fondo Orient Hontai.

 

SPACCATURA Non è bastato il parere legale dello studio Toffoletto che ha sgombrato le ombre da eventuali rischi per i club, nell’ipotesi di una rottura con Mediapro per inadempienza: «Le difformità sono di natura, quantità e importanza tali da rimuovere qualsivoglia dubbio rispetto alla piena legittimità della risoluzione del contratto».

La Lega è spaccata. I club contrari alla risoluzione non vogliono rinunciare al miliardo e passa: circolano voci di un’offerta «importante» di Sky, che assieme a Perform potrebbe arrivare a 950­970 milioni, ma è tutta da verificare e il rischio, se la Lega molla Mediapro, è di avere un potere negoziale inferiore rispetto a quello che è il dominus del mercato italiano, tanto più visto il recente disimpegno di Mediaset dal pay.

Jaume Roures, capo dei catalani, ha promesso che oggi il cda di Imagina delibererà il versamento dei 186 milioni a garanzia, ma da ambienti vicini a Mediapro si apprende un particolare: i soldi arriverebbero se la Lega mettesse gli spagnoli in condizione di commercializzare i diritti tv, e visto che il bando è congelato (il reclamo in Tribunale si discuterà il 7 giugno) ciò significa, per Mediapro, avere la possibilità di iniziare a lavorare per il canale.

Le società che vogliono ormai tagliare i ponti con gli spagnoli sono preoccupate proprio dall’incertezza degli incassi, considerato che la vendita dei diritti, a meno di tre mesi dal via del prossimo campionato, è in alto mare.

Mauro Baldissoni, d.g. della Roma, ha evocato possibili azioni per gli ipotetici danni patrimoniali che il club giallorosso subirebbe con il permanere di questo stato di mancata visibilità sui proventi televisivi, con la continuità aziendale a rischio. Il nodo è la «bancabilità» del contratto con Mediapro, come ha spiegato più volte un sempre più nervoso e poco paziente – al pari del commissario Malagò – Gaetano Miccichè.

Il presidente di Lega è stato protagonista di un accesso confronto col patron del Torino Urbano Cairo: il primo a sottolineare la necessità di prendere una decisione in fretta perché il tempo stringe, il secondo a rivendicare più giorni per riflettere in modo da scegliere la strada strategicamente più conveniente per la Lega, anche in prospettiva futura.

 

PROSPETTIVE È uno stallo con ricadute sul title sponsor (Tim fredda, Trenitalia in standby). Non è escluso che si arrivi a un compromesso, con una risoluzione consensuale del rapporto con Mediapro e la Lega che riprenderebbe la titolarità dei diritti per trattare con gli spagnoli e Sky.

In Spagna Roures ha fatto la guerra a Telefonica ma aveva tutte le squadre di Liga dalla sua parte, qui sta scoprendo che le cose sono un po’ diverse.

Sezione: News / Data: Gio 24 maggio 2018 alle 16:00
Autore: Giorgia Segala
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