ATALANTA 8
Ancora in Europa, per il secondo anno di fila. Cosa mai successa nella storia della Dea. Questa volta bisognerá passare dai preliminari, ma la stagione dell'Atalanta resta fenomenale. Perché confermarsi é sempre più difficile che sorprendere. E Gasperini, grazie anche agli arrivi importanti di Ilicic e De Roon, è riuscito a far mantenere all'Atalanta lo status di "big" della nostra Serie A. Il tutto giocandosi una semifinale di Coppa Italia e venendo eliminata in Europa League dal Borussia Dortmund, dopo aver superato agevolmente il girone. Complimenti, ancora una volta.
BENEVENTO 4
Quattro per non essere troppo cattivi. Perché il Benevento é stata la prima squadra a retrocedere matematicamente, si é rivelato impreparato alla Serie A (14 sconfitte iniziali di fila) e ha collezionato un numero di sconfitte che non nessuno aveva mai raggiunto in un singolo campionato (29). Però diciamo che l'arrivo di De Zerbi e il mercato di gennaio (Sagna, Sandro e Diabaté su tutti) hanno reso meno amara una stagione vissuta sempre sul fondo della classifica. Voto 2 da agosto a dicembre, voto 6 da gennaio in poi. La media è 4. Avra mai un'altra occasione tra i grandi?
BOLOGNA 5,5
I tifosi emiliani pretendono (a ragione) di più. Un campionato in sordina, vissuto nella mediocritá e ravvivato solamente dalle sporadiche e solitarie iniziative di un ottimo Verdi. Un Bologna medio, che ha chiuso al 15esimo posto, nel totale anonimato. Mai invischiato nella lotta per non retrocedere, ma anche sempre ben distante dalle posizioni di primo piano. Donadoni, spesso contestato, non è riuscito a valorizzare nessun giovane e non è riuscito a risollevare l'orgoglio di una piazza abituata a standard medi migliori
CAGLIARI 5,5
La salvezza, raggiunta all'ultima giornata, non può valere la sufficienza. Anche perché le premesse, con gente come Pavoletti, Barella, Cigarini o Andreolli, erano ben altre. E invece un campionato travagliato, che tra Rastelli e Lopez, ha visto i sardi faticare ben più del previsto. L'abbaglio Van der Wiel e la gestione del caso Joao Pedro, rappresentano due ulteriori macchioline su un Cagliari rabbuiato. Urge una svolta.
CHIEVO 5,5
Salvi, con enormi sospiri. Grazie ai gol di Inglese, all'arrivo di Giaccherini a gennaio e al subentro di un D'Anna che ha guidato la squadra nel finale, raccogliendo tre vittore nelle ultime tre partite. Un Chievo che non riesce a lanciare talenti, che si aggrappa ai veterani nei momenti delicati e che alla fine se la cava sempre. 15 salvezze in 16 campionati di Serie A. Un dna chiaro, ma anche mai accattivante.
CROTONE 5
Tornato negli inferi. Nessun altro miracolo. Eppure, anche in questo caso, la rincorsa nel girone di ritorno, impreziosita dagli insperati gol di Simy, sembrava quella giusta. E invece Zenga e i suoi ragazzi si sono persi nel finale. Rosa corta, talento ridotto al lumicino. La sconfitta col Napoli, che ha sancito la retrocessione, è stata solo l'inevitabile conclusione di un qualcosa di tutto sommato atteso. Nel 2016/17 il Crotone rimase in A con 34 punti conquistati. Nel 2017/18 retrocede con 35. Pochi in entrambi i casi. Arrivederci.
GENOA 6
Una sufficienza piena. Ballardini, da buon allenatore quale è, ha rimesso in piedi il suo Genoa e lo ha salvato con grande anticipo. Pur con grossi problemi offensivi (su tutti la delusione Lapadula), l Grifone ha chiuso il suo campionato in modo dignitoso. 41 punti, 13 in meno dei concittadini blucerchiati. Una distanza troppo ampia.
FIORENTINA 7
Travolta e stravolta dalla tragedia Astori, la Fiorentina di Pioli si è compattata e ha regalato al suo pubblico una seconda parte di stagione tambureggiante. Gli highlights rimangono lo 0-2 in casa della Roma e il 3-0 al Napoli. Chiesa e Simeone (sempre che rimangano) fanno ben sperare per il futuro. Pezzella, Biraghi, Laurini e Benassi si sono ambientati bene. Salutata la vecchia guardia e rinnovata la rosa, la stagione viola cominciava tra mille punti di domanda. Alcune risposte sono arrivate. L'ottavo posto finale, a sole tre lunghezze dall'Europa, certifica l'aver intrapreso la via giusta per ripartire.
INTER 6,5
Il voto sarebbe stato indubbiamente più basso senza la qualificazione in Champions League. Alla fine il preziosissimo quarto posto è arrivato, allotanando i fantasmi nella mente di un popolo terrorizzato dalla possibile ennesima delusione. Spalletti può respirare, anche se ci aspettavamo di più da un'Inter che senza le Coppe da giocare, aveva un vantaggio importante rispetto a tutte le altre grandi. Buon avvio, derby vinto, pari a Torino con la Juve, black-out di due mesi, finale in crescita. De Vrij, Asamoah e Martinez sono giá dei buoni innesti sui quali lavorare. Ma per il salto di qualitá serve di piú, soprattutto in mezzo al campo. In quel reparto l'Inter si è rivelata inferiore a chi in classifica l'ha preceduta.
JUVENTUS 9
Settimo sigillo consecutivo. Probabilmente il più sofferto, quello che dopo lo 0-1 firmato Koulbaly e il 2-1 parziale al minuto 85 di Inter-Juventus, sembrava poter sfuggire. Il finale è storia. Dal 2-3 di San Siro alla rimonta col Bologna, alla festa finale, con il saluto all'immenso Gigi Buffon. La Juventus parte sempre tra le favorite e sempre per vincere. Riuscirci per così tante stagioni consecutive non è né facile né scontato. Bravo Allegri a motivare sempre i suoi, brava la Juventus a non mollare mai. Siamo entrati nella mitologia, con un filotto impressionante di successi che sará difficilissimo replicare in futuro.
LAZIO 7,5
L'amarissimo finale non cancella un altro campionato di assoluto livello. Record di punti e di gol segnati per il club in una singola Serie A. La squadra biancoceleste, snobbata a 360 gradi prima dell'inizio della stagione, ha lottato con Roma e Inter, rimanendo sempre attaccata a quel trenino Champions, che proprio alla fine é scappato via. La valorizzazione di Milinkovic-Savic, la pioggia di gol di Immobile, l'esplosione di Luis Alberto, l'affidabilita di Lucas Leiva sono gli ammalianti tasselli del'ingegnoso puzzle progettato da Inzaghi. I quarti di finale in Europa League, la semifinale di Coppa Italia e un quinto posto generale in campionato vidimano la competitivitá di una squadra in grado d andare ben oltre le più rosee previsioni.
MILAN 5
Insufficienza piena. Equilibri non spostati. Male. Le spese folli in estate, la campagna di rilancio, gli arrivi di Bonucci, Biglia, Kalinic, Rodriguez, Calhanoglu, Kessié e compagnia. I rossoneri in estate erano accreditati addirittura per la lotta al titolo, o tutt'al piú sicuri di piazzarsi quantomeno nelle prime quattro posizioni finali. E invece sesto posto, a 31 punti dallo Scudetto e a otto lunghezze dalla zona Champions. Unica squadra di questo campionato incapace di battere almeno una volta il Benevento. Far peggio era francamente impossibile da ipotizzare. L'arrivo di Gattuso ha portato una scossa positiva e ha fatto intraprendere alla squadra rossonera un nuovo percorso di crescita. Vedremo se sará sufficiente a ridare prestigio a un club ancora alla ricerca di sé stesso. Certo é che cinque stagioni di fila fuori dai primi cinque posti della classifica finale, il Milan non le aveva mai collezionate nella sua storia.
NAPOLI 8,5
Mezzo voto in meno della Juventus esclusivamente per il risultato finale. Campionato chiuso sopra i 90 punti, la miglior seconda classificata di sempre. Si è perso sul più bello, tra un albergo toscano e una festa preparata con troppo anticipo. Eppure sembrava, per troppi motivi, l'anno buono. Il lavoro di Sarri ha pagato, l'apporto di alcuni singoli (Koulbaly, Allan, Jorginho) é stato eccellente, la scarsa profonditá della rosa e una mentalitá ancora da migliorare hanno spento i "sogni nel cuor"e poco prima del traguardo. Applausi comunque al campionato del Napoli, che da outsider per lo Scudetto si é dimostrata rivale seria e meritevole.
ROMA 7,5
Terzo posto in solitaria, anche se ben staccata dalla lotta per i primi due. Il primo anno di Di Francesco come tecnico della Roma è stato sicuramente positivo. Tralasciando le sensazionali semifinali di Champions League, la squadra giallorossa ha confermato di essere ormai una potenza consolidata nella nostra Serie A, una squadra di primo livello, pronta a tentare anche l'assalto al titolo. E se in estate la rosa venisse puntellata nel modo giusto...
SAMPDORIA 7
Primato cittadino, ma nessuna magia. “Noi ci abbiamo creduto, il prossimo anno credeteci anche voi”, striscione esposto all'ultima gara casalinga dalla gradinata doriana, è la sintesi esatta e spietata del campionato della Samp. Una che per tre quarti di stagione ha cullato il sogno europeo e che nel finale si è sciolta come neve al sole, perdendo otto delle ultime 10 partite esterne. Torreira, Praet, Andersen: tanti giocatori interessanti sono emersi, per la gioia di Ferrero che potrá garantirsi altre plusvalenze. Nota di merito per Fabio Quagliarella, che a 35 anni compiuti ha estratto dal cilindro il suo miglior campionato in categoria.
SASSUOLO 6,5
Male per metá stagione, bene da gennaio in poi. Iachini ha ridato ordine al caos scatenato da Bucchi. Il Sassuolo, pur non esprimendo il calcio frizzante dell'era Di Francesco, è venuto fuori alla distanza, salvandosi con due turni di anticipo e scoprendo tutto il talento di Matteo Politano. Undicesimo posto finale, con otto punti di margine sulla terz'ultima. I dati parlano di stagione positiva. E per come sembrava essersi messa a un certo punto, in casa neroverde deve esserci la consueta soddisfazione.
SPAL 7,5
In questa caso la salvezza va celebrata a dovere. Il campionato del ritorno in Serie A dopo 49 anni ha regalato emozioni in serie. Dallo splendido pubblico del Mazza al pareggio interno con la Juventus, dalla verve di Antenucci alla scommessa vincente Lazzari. Semplici, sempre sostenuto dalla societá, ha mostrato tutte le sue capacitá gestionali. La SPAL ha mantenuto la categoria con merito e "fame". Complimenti.
UDINESE 4,5
Nulla da festeggiare. Permanenza in Serie A per demeriti altrui. Udinese troppo brutta per essere vera. Prima Delneri, poi Oddo, poi Tudor. Nel mezzo la striscia record di sconfitte. La scoperta Barak unica nota positiva in una sinfonia stonata. Il popolo friulano pare essersi stancato.
VERONA 3
Ai limiti dell'imbarazzo. La continua fiducia a Pecchia, la cessione di Pazzini, la scommessa Cerci, l'impoverimento della rosa a gennaio. Una scelta sbagliata dietro l'altra. Doveva essere il campionato del gran ritorno in Serie A, si é tramutato presto in un incubo. Giocatori inadeguati, allenatore inadeguato, risultati insoddisfacenti, nuova retrocessione, tifosi inviperiti. Malissimo.
TORINO 6
Nono posto, senza mai essere davvero in corsa per l'Europa. L'avvicendamento tecnico tra Mihajlovic e Mazzarri non ha avuto un impatto così esaltante. Qualche progresso si è visto, qualche altro si vedrá in futuro. La stagione no di Belotti e la mancanza generale di continuitá non hanno permesso al Toro di fare il Toro. Cioé di essere quella mina vagante in grado di mettere in difficoltá chiunque. Anche in questo caso, ci si aspettava di più.
Autore: Camilla Dalloco
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