Quella contro il Verona, dopo quanto accaduto nella gara d’andata, non può essere una partita come tutte le altre. La Primavera del Toro, reduce dal ko contro la Roma nel recupero di campionato, si rituffa con un chiodo fisso nella testa: dimenticare quel maledetto 30 settembre. 

Gli scaligeri furono protagonisti di una grande rimonta nella ripresa, ma quelli passarono alla storia come i 90 minuti di fuoco dell’arbitro De Remigis. Il direttore di gara sventolò il cartellino rosso in faccia a Kone, Samake e D’Alena, prima di allontanare dal campo il tecnico granata Coppitelli e il suo vice Fabi. 

E la batosta casalinga, fra le mura del Filadelfia, fu la naturale conseguenza di una partita che il Toro ancora oggi rimpiange di non aver giocato con lucidità. Lucidità che servirà domani al Tavellin, in un inconsueto lunch-match del lunedì (fischio d’inizio alle 11.30).

Una vittoria, a Butic e compagni, serve come il pane: il sesto posto è minacciato dal ritorno della Juve perciò è necessario far capire alle rivali nella corsa scudetto che il Toro è fatto di una buona pasta. Della stessa che le ha consentito di volare in finale di Coppa Italia. Della stessa che sarà fondamentale anche sabato prossimo, in un derby contro i cugini che può davvero valere l’intera stagione. Ma prima c’è il Verona. E l’andata insegna che sottovalutarlo sarebbe un delitto.

Sezione: Giovanili Hellas / Data: Dom 11 febbraio 2018 alle 12:30 / Fonte: Tuttosport
Autore: Giorgia Segala
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