Le seconde squadre. Le fideiussioni. Le sentenze e i rinvii degli organi di giustizia sportiva. In questa pazza estate del calcio italiano - scrive Tuttomercatoweb - abbiamo vissuto polemiche di ogni tipo. Lasciando in secondo piano quella che rischia di essere la vera emergenza del calcio italiano: gli stadi. E non è un caso se le squadre di Serie A abbiano evitato le seconde squadre, complici appunto le difficoltà in materia di impiantistica.

L'ultimo "spettacolo" arriva da Cosenza-Hellas: i calciatori si riscaldano mentre vengono tracciate le linee del campo e montate le porte, l'arbitro Piscopo decide che su quel campo non si può proprio giocare. Si poteva evitare, si poteva chiedere sin dall'inizio che il Cosenza giocasse le sue partite in un altro stadio. Lo hanno fatto di recente tante squadre: Crotone, SPAL, Frosinone. Invece il Marulla ha offerto al proprio pubblico (quasi 10mila persone sono rimaste fuori dall'impianto) e all'intera Italia uno spettacolo che avremmo preferito non vedere.

Una situazione che non è certo l'unica in Italia. Perché da un lato ci sono gioielli come l'Allianz Stadium o la Dacia Arena, dall'altro impianti come il San Paolo, definito "un cesso" dallo stesso Aurelio De Laurentiis. Che ora, da nuovo patron anche del Bari, dovrà confrontarsi pure con la complicata situazione del San Nicola. E non finisce qui: a Bologna c'è il Dall'Ara in perenne attesa di un rifacimento, a Roma il nuovo stadio è stato travolto dall'ennesimo scandalo capitolino. La lista è lunga: tra seconde squadre, ricorsi e fideiussioni, rischiamo di chiudere gli occhi su una delle principali emergenze del calcio italiano.

Sezione: Focus / Data: Dom 02 settembre 2018 alle 09:00 / Fonte: tuttomercatoweb.com
Autore: Giorgia Segala
vedi letture
Print