Se non è ancora il Verona che vorrebbero i veronesi, non è neppure la squadra che ha pensato Fabio Grosso. Finito sulla graticola, negli ultimi tempi, per sconfitte, scelte di campo rivedibili e l'esclusione prolungata di Giampaolo Pazzini. Ma fa niente. Chi accetta di sedere sulla panchina sa bene di non poter scendere a compromessi. O lo ami, o lo odi. Ti applaudono o ti fischiano.

Grosso, oggi è il tempo dei fischi. Lo stadio è termometro di quello che avviene tutto intorno. Massimo rispetto per chi fischia. Vuol dire che stiamo facendo meno di quello che ci si poteva aspettare. Ma l'obiettivo è cambiare rotta il prima possibile.

I numeri dicono che oggi avete l'urgenza di tornare a vincere. Sentiamo questa esigenza e questa responsabilità. Quello delle ultime partite non è il percorso che volevamo. Dobbiamo rimetterci in carreggiata a Brescia per disputare una grande partita e tornare al successo.

Brescia che segna sempre e Verona che incassa sempre gol. Pure questo è un problema di non poco conto. Certo. Stiamo lavorando per migliorarci. Perché in certe partite magari prendi un gol ma nemmeno te ne accorgi. In altre, in vece, diventa fondamentale restare a porta inviolata per mantenere gli equilibri che vuoi tu. C'è bisogno di tornare ad essere solidi per poter prendere punti pesanti. Conoscendo pure le insidie della gara, visto che il Brescia è avversario aggressivo e avrà tanta energia da proporre. E noi dovremo essere bravi a respingere i loro attacchi.

C'è un prima e un dopo. Nel mercato il Verona si è trasformato. Cosa è venuto meno? L'incisività. Soprattutto in fase di finalizzazione. All'inizio tutto è andato molto bene. Poi sono iniziate le difficoltà. E adesso dobbiamo riprenderci quella brillantezza che in passato ci ha permesso di correre e portare a casa punti. Creavamo molte più occasioni. Eravamo più lucidi. Su questo aspetto stiamo lavorando, convinto che ci siano tutte le qualità per riprendersi.

Grosso, la società le ha rinnovato, se mai ce ne fosse stato bisogno, la fiducia. Io lavoro sempre allo stesso modo, credo in quello che faccio. Come ho detto il primo giorno, con grande passione. So benissimo che nel calcio tutto dipende dai risultati. Noi, in questo momento, non stiamo ottenendo il trend che volevamo. Ma va detto anche che nella prima parte della stagione siamo andati forse anche oltre le aspettative. Il gruppo è nuovo, ci vuole tempo. Siamo nella posizione nella quale avremmo voluto essere, probabilmente guadagnandone qualcuna in più. Dobbiamo essere lucidi nell'analizzare il momento, convivendo con la delusione di avere vinto una sola volta nelle ultime partite. Non eravamo sulle nuvole quando si era davanti. E allo stesso tempo l'attuale momento va affrontato con il giusto equilibrio.

Quattro panchine consecutive per Pazzini. Per lui ci sarà spazio a Brescia? Pazzini è reduce da un'ottima settimana. Questo per tutto il gruppo è stato un grandissimo segnale. Venire da quattro partite in cui non si riesce a mettere piede in campo per decisione mia, e fare la settimana che ha fatto lui, è dimostrazione che Giampaolo dispone di professionalità e grande qualità. E sono convinto che proprio le sue qualità, visto che le conosco e le riconosco, saranno utili per l nostro gruppo, a partire già dalla partita di Brescia.

Perché il suo Verona cambia spesso e volentieri? Pare non dare riferimenti. Ma così si crea identità di squadra? I motivi sono tanti. La squadra è consapevole di quello che le ho proposto. E all'interno ha una grande identità. Essendoci tantissimi giocatori nuovi e pochi punti fermi, abbiamo avuto bisogno di lavorare molto insieme per trovare una nuova conoscenza. Le partite rappresentano ulteriori motivi di conoscenza tra compagni. E il cambiamento delle ultime gare è dettato anche dal fatto che abbiamo avuto diversi appuntamenti ravvicinati.

Sezione: Focus / Data: Sab 10 novembre 2018 alle 13:00 / Fonte: L'Arena
Autore: Anna Vuerich
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