Dopo il Benevento, anche l'Hellas Verona saluta ufficialmente la Serie A conquistata appena dodici mesi fa, dopo un'altra retrocessione che aveva posto fine a tre campionato di fila in massima serie. Partita con l'obiettivo di salvarsi senza troppi patemi la squadra scaligera non è mai riuscita a elevarsi molto sopra la linea di galleggiamento a causa di una rosa non all'altezza e di troppe scommesse fatte la scorsa estate: alcune perse praticamente dopo un paio di settimane come quella relativa ad Antonio Cassano, altre che non si sono rivelate azzeccate come quella di Alessio Cerci, sempre alle prese con tanti infortuni.

Dovevano essere loro i giocatori di qualità per innescare Giampaolo Pazzini, vincitore del titolo di capocannoniere in B e trascinatore dei gialloblù nella passata stagione, che però è finito ai margini per dissidi con il tecnico Fabio Pecchia. Dei tre oggi, a San Siro, in campo c'era il solo Cerci ad affiancare Petkovic e Matos, acquisti di gennaio che non hanno invertito la rotta in casa gialloblù.

Appena 25 i punti conquistati in 36 gare (7 vittorie, 4 pari e ben 25 sconfitte) dalla squadra di Pecchia che è riuscito comunque a restare al timone della barca nonostante l'addio del direttore sportivo Filippo Fusco e le critiche piovutegli addosso da più parti, a cominciare dai tifosi che da tempo ne chiedono la testa.

Una stagione estremamente negativa che andrà ben analizzata dalla società per ripartire nella prossima stagione, probabilmente con un nuovo tecnico e una rosa rivoluzionata, e programmare una nuova risalita con una squadra che possa poi mantenere la categoria come accaduto all'inizio dell'avventura di Maurizio Setti, anche lui al centro delle critiche della tifoseria, alla guida dell'Hellas.

Sezione: Focus / Data: Dom 06 maggio 2018 alle 08:30 / Fonte: tuttomercatoweb.com
Autore: Giorgia Segala
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