Ci siamo, due giornate alla fine dell’andata e sarà tempo di bilanci. Benevento a parte, alzi la mano chi sa dire oggi, con accettabile margine di errore, come andrà a finire la lotta per la salvezza. L’equilibrio regna sovrano, con la ovvia eccezione della squadra di De Zerbi,ferma a un punto in 17 giornate e con l’autostima a fondo corsa. Per questo, felici di essere smentiti, mettiamo il Benevento in una specie di terra di mezzo: non ancora condannato, ma con ridottissime possibilità di farcela. Le altre, dal Cagliari in giù,se la possono giocare così.

ACCELERAZIONE L’ultima giornata ha segnato un’improvvisa accelerazione: quattro hanno vinto, una ha pareggiato, una ha perso. Sempre escludendo il Benevento, sono sei squadre raccolte in 4 punti, un equilibrio mai visto. Il passo avanti più vistoso l’ha fatto il Sassuolo, ma per come ha vinto su un campo difficile (a Marassi in casa della Samp) più che per la classifica che non è sostanzialmente cambiata. Per dire: il Verona, che ha strapazzato il Milan, è rimasto penultimo. In generale, stiamo assistendo a una crescita come rendimento e qualità del gioco nelle squadre che hanno cambiato allenatore (Cagliari, Sassuolo, Crotone e Genoa), mentre chi ha deciso di continuare con il tecnico della promozione, e cioè Spal e Verona, occupa terzultimo e penultimo posto. Soltanto un caso?

UGUALI La Spal di Semplici ha dimostrato fin dall’inizio di avere un’identità di gioco ben precisa importata dalla B, raccogliendo però più complimenti che punti. Il Verona del criticatissimo Pecchia ha dato confortanti segnali di ripresa, visto che alla 16a proprio in casa della Spal aveva lasciato due punti fondamentali. Vedremo se l’onda lunga dell’effetto Milan si farà sentire sabato a Udine, sul campo di una squadra che proprio grazie alla svolta in panchina (Oddo per Delneri) è riuscita a tirarsi fuori dai guai.

ANOMALIA Il Genoa non ha ancora vinto in casa e questa resta l’anomalia più evidente tra le pericolanti. Sabato pomeriggio è in arrivo il Benevento: potrebbe essere l’occasione giusta, proprio all’ultimo impegno casalingo dell’andata, per ritrovare la vittoria a Marassi. Impensabile altrimenti che Ballardini, che pure ha perso solo una volta, con l’Atalanta, e dato solidità alla squadra (più corsa, meno possesso palla), possa sperare di salvarsi con un handicap simile. Il Genoa in casa ha ottenuto solo due punti: con Chievo e Roma.

QUOTA SALVEZZA Nello scorso campionato bastavano 33 punti per salvarsi: il Crotone, protagonista di un incredibile girone di ritorno, ha chiuso a 34, il Genoa a 36. Da quando ci sono le tre retrocessioni, e cioè dalla gestione 2004-2005, soltanto nel 2005-2006 si era toccata una quota ancora più bassa: 32 (al netto delle penalizzazioni). Con le quattro retrocessioni, nel decennio tra il 1994-95 e il 2003-2004, due volte è stato toccato il minimo di 33.

Dati abbastanza simili, dunque: la famosa quota 40, indicata come obiettivo minimo dagli allenatori prima che cominci il campionato, è servita per salvarsi appena 4 volte da quando la vittoria vale tre punti, cioè dal 1994-95: è accaduto il primo anno (41), nel 2001-2002 (40), nel 2004-2005 (43) e 2006-2007 (40).

I precedenti dicono dunque che la quota è destinata ad alzarsi. Oggi il Crotone sarebbe salvo con 15: ipotizzando altri 3 punti nelle ultime due dell’andata, si arriverebbe alla fine a 36-37, in linea con l’equilibrio attuale.

Sezione: Focus / Data: Mar 19 dicembre 2017 alle 12:00 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Giorgia Segala
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