Si parte? Si parte. Poi il 7 settembre si vedrà. Ma intanto la Serie B parte. Monca, sofferta, ferita, reduce da un'estate rovente e per la prima volta nella sua storia con soltanto 19 squadre al via (salvo altri colpi di scena). Sarà strana, con una squadra a turno che dovrà guardare gli altri giocare, riposando, per modo di dire. Insomma, un campionato mai banale a prescindere.
Che poi, il taglio dell'organico - dovuto a una ricerca di sostenibilià economica ben ancora lontana dall'essere raggiunta- presenta una competitività maggiore. Perché comunque sette squadre se ne andranno: tre saliranno in A e quattro scenderanno in C. Su 22 è un conto, su 19 un altro. Sarà più facile andare in A? Dubitiamo. Sarà più facile retrocedere? Probabile. Da qui la necessità di un calciomercato che ha visto tutti agire in maniera convincente, preoccupati di quello che sarà. arricchendo gli organici che adesso - in molti casi - presentano numerosi esuberi.
Essere promossi è l'assillo di pochi, retrocedere è l'incubo di parecchi. La maggior parte dei club si guarderà le spalle, ma di sicuro in alto ci saranno colpi di scena. Se no, che Serie B sarebbe?

PER LA A Quattro squadre partono con i favori del pronostico. Si tratta delle tre retrocesse più la perdente dell'ultima finale dei playoff: sono le più forti. Vedi il Crotone che, pur frastornato dal caso-Chievo, ha mantenuto i suoi punti di forza, non ha fatto innesti eclatanti, ma ha un organico importante e s'è affidato a un tecnico ora maturo per il salto di qualità come Giovannino Stroppa. E' sceso dalla A (a testa alta) anche il Benevento, che invece di colpi importanti ne ha fatti diversi - da non sottovalutare l'apporto di esperienza che possono garantire Maggio e Nocerino - e ha pure scelto un tecnico dal futuro assicurato come Cristian Bucchi.
Ed è sceso il Verona, che pure ha scelto un tecnico di grandi prospettive come Fabio Grosso (seguito all'Hellas da diversi fedelissimi del suo Bari) e aggiunto rinforzi di prestigio: avere una coppia d'attacco Di Carmine-Pazzini in B non è da tutti, ecco perché in assoluto questa sembra la squadra con le credenziali migliori per il salto di categoria.
In più c'è il Palermo, avvelenato per come è andata la stagione scorsa, forse capace di aver meditato sugli errori commessi (sarebbe fondamentale...), di sicuro rinforzato (attenzione a Puscas), con altri elementi vogliosi di riscatto (vero Nestorovski?) e nuovamente affidato a Bruno Tedino. Si dirà: con quel paracadute, chi retrocede dalla Serie A è sempre favorito per la promozione. Vero. Ma la storia insegna che la B non la vince solo il più ricco, ma anche il più capace: ricordate quale capolavoro è riuscito a compiere l'Empoli?

PER I PLAYOFF Dietro a quel quartetto ecco almeno sette possibili outsiders, squadre che possono ambire lecitamente a conquistare perlomeno i playoff.
In B c'è sempre una neopromossa che si affaccia in alto e delle quattro appena arrivate quella più agguerrita sembra il Lecce: sono arrivati diversi elementi di categoria e il tridente Falco-La Mantia-Pettinari è decisamente insidioso. 
Attenzione però soprattutto alla Cremonese, alla Salernitana e allo Spezia: la voglia di rilancio di tre califfi della panchina come (rispettivamente) Mandorlini, Colantuono e Marino è un valore aggiunto a organici di alto livello e ben puntellati rispetto alla stagione scorsa: spiccano gli arrivi di Montalto (a Cremona), di Di Gennaro (a Salerno) e Galabinov (a La Spezia).
Al Brescia invece le motivazioni le porta il presidente Cellino, che ha gettato le basi per cercare di tornare in A: molto dipenderà dalle capacità di Suazo, tutto da scoprire, ma la squadra non è male e davanti ha un Donnarumma rinforzo di lusso.
Non dispiace nemmeno il Perugia, costruito soltanto negli ultimi giorni di mercato con una raffica di rinforzi (Gabriel, Melchiorri, Verre, Vido...) e ancora affidato a un Nesta che adesso, dopo la presentazione lampo della stagione scorsa, ha potuto lavorare sui suoi concetti: siamo curiosi di vederlo.
E poi il Venezia: sarà difficile per Vecchi ripetere l'eccellente stagione scorsa con Pippo Inzaghi, ma l'impianto è collaudato e la ventata di freschezza aggiunta dal mercato (Citro, Schiavone, Di Mariano...) fa ben sperare.

PER LA SALVEZZA Tutte le altre partono per salvarsi. In primis il Foggia, che sulla carta ha fatto una squadra molto forte (Iemmello da quelle parti si esalta) ma che, partendo da -8 per la penalizzazione, al momento deve solo cercare di mantenere la categoria. E poi chissà. Dopo l'ultima (negativa) stagione, partono con questo obiettivo anche Ascoli e Pescara, anche se le squadre sembrano migliorate rispetto a quelle che si sono salvate col fiatone: di sicuro in quelle due piazze conterà molto l'entusiasmo delle tifoserie. La salvezza è ovviamente l'obiettivo primario delle altre neopromosse e Bisoli, Lucarelli e Braglia con i loro caratteri tosti, renderanno Cosenza, Livorno e Padova clienti duri per tutti: fondamentale per questi tre club sarà subito prendere confidenza con la categoria e non demoralizzarsi se qualcosa dovesse andare storto.
Grande incognita è il Carpi, che come al solito si affida a giocatori da lanciare e soprattutto ha un tecnico venuto dalla D (Chezzi) tutto da scoprire. E infine c'è il Cittadella, che tutte le volte parte da qui per poi sistemarsi tra le grandi: stavolta le ottime cessioni non sembrano aver trovato ricambi all'altezza, ma da quelle parti sanno fare calcio e anche stavolta saremo pronti a stupirci.

Sezione: Focus / Data: Ven 24 agosto 2018 alle 12:00 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Anna Vuerich
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