Una telefonata non soltanto allunga la vita, come recitava un ormai datato spot televisivo, ma riunisce pure la famiglia. Franco Zuculini compone il numero di suo fratello Bruno e gli dice: «Vieni a Verona, c’è bisogno di te». D’altro canto proprio Bruno, nel 2010, confidava: «Io e Franco nella stessa squadra in Europa? Sarebbe fantastico». Così, la settimana scorsa, il sogno si è infine realizzato: il minore degli Zuculini (è del 1993) è passato in prestito all’Hellas dal Manchester City – via Rayo Vallecano – ed è di nuovo assieme al maggiore (che è nato nel 1990), come ai tempi del Racing Avellaneda. Il nido della pelota, per loro, più che uno stadio, è un luogo pervaso di sacralità: el Cilindro, intitolato a Juan Domingo Perón, tempio della religione blanquiceleste. Ed è da lì che è partita la storia degli Zuculini, figli di Marcelo César e di Viviana Adriana Siebert. Gente con ascendenze friulane: le radici sono a Pordenone. Centrocampisti un po’ alla Mascherano, un po’ alla Simeone, sulla riva opposta dell’Atlantico si sono presto accorti di loro.

GIRAMONDO Hanno girovagato a lungo: Franco è stato all’Hoffenheim, al Genoa, al Saragozza e al Bologna. Bruno, prelevato dal City, è stato girato al Valencia, al Cordoba, all’Aek Atene, al Middlesbrough e al Rayo. Infine, il rincontro a Verona. Capelli lunghi, temperamento artistico, con la passione per il pianoforte, il blues, il jazz e il disegno, Franco. Taglio da collegiale e aria più introversa, Bruno. Intanto, finita la diaspora parentale, Zucu I farà da guida a Zucu II nello spogliatoio dell’Hellas e in una città, Verona, con cui è stato amore a prima vista e che ricorda gli altri fratelli che sono passati da queste parti. Come i Marangon, Luciano e Fabio, entrati nel mito con la squadra dello scudetto 1984-85. Il primo una colonna, il secondo un cambio per l’occorrenza. Luciano, guascone, fama da viveur, da qualche anno ha aperto un ristorante a Ibiza. Fabio, all’opposto, è sempre stato lontano dai riflettori. E poi ci furono i Pellegrini, che condivisero la casacca del Verona dal 1991 al 1993. Davide, attaccante dalla buona confidenza con il gol, anima rock con il culto di Bruce Springsteen, che, da allenatore, nel 2008, l’ha salvato dalla caduta in C2, l’Hellas, di cui ora dirige l’Under 16. Luca, libero con garbati modi da baronetto, adesso è un apprezzato commentatore tecnico sullo schermo. Due stagioni balorde, con una retrocessione in B, una promozione mancata, il loro percorso in coppia in gialloblù. Gli Zuculini puntano a invertirlo.

Sezione: Focus / Data: Mer 25 gennaio 2017 alle 14:26
Autore: Stefano Bentivogli / Twitter: @sbentivogli10
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