Da calciatori, Fabio e Cristian avrebbero potuto diventare compagni di squadra. Estate 2001, a Perugia sbarca un trequartista mancino dal piede educato, i cui assist avrebbero dovuto trasformarsi in gol proprio grazie a Bucchi. Invece il centravanti romano fa le valigie destinazione Terni e quel fantasista ricciolino viene reinventato terzino sinistro da Serse Cosmi. Una intuizione che cambiò la carriera di Fabio Grosso. Il resto, ovvero il Mondiale 2006 vinto da assoluto protagonista, fa già parte dei libri di storia. Il presente per Bucchi si chiama Benevento, mentre Grosso è sbarcato al Verona. E adesso si daranno battaglia per riportare, immediatamente, in Serie A le rispettive squadre. Magari in tandem. Obiettivo minimo per le due regine del mercato estivo.

BENEVENTO Vigorito come tutti gli anni ha fatto le cose in grande, allestendo una corazzata per la categoria: 15 acquisti per riconquistare subito la A. Questa la mission dei giallorossi, che hanno convinto Bucchi a scendere di categoria dopo la poco fortunata esperienza di Sassuolo. Una squadra che rappresenta la giusta miscela di esperienza (Maggio e Nocerino) e talento. Proprio nel reparto offensivo regna l'abbondanza. Esterni offensivi di classe e fantasia come Ricci, Improta, Buonaiuto e Insigne che potenzialmente possono avere, a testa, 7-10 gol nei piedi. Senza dimenticare il giovane Asencio (1998), che a sprazzi ha già incantato l'anno scorso ad Avellino. La conferma di Viola (rinnovo triennale) in mezzo certifica, ulteriormente, la qualità a disposizione dei giallorossi. Bucchi poi è pronto a scommettere sulla rinascita di Di Chiara a sinistra. L'unico rimpianto si chiama Kapuska (Leicester), saltato dopo che il polacco aveva già sostenuto le visite mediche.

VERONA Anche Setti ha rivoluzionato completamente l'organico con 15 acquisti più il rientro di Pazzini dalla deludente esperienza al Levante (appena 1 gol). I gialloblù hanno puntato sul blocco Bari della scorsa stagione. Grosso è voluto andare sul sicuro e ha ottenuto ben cinque suoi ex allievi: i difensori Balkovec ed Empereur, i centrocampisti Henderson e Marrone più la punta Cissé. Su questa base si sono andati a sommare elementi di cateforia come i terzini Almici e Crescenzi, mentre in mezzo sono arrivati Gustafson e Laribi. Calciatori di grande rendimento e abituati a lottare il vertice.
Davanti poi il Verona ha piazzato dei colpacci con gli arrivi dell'esterno offensivo Ragusa dal Sassuolo e soprattutto del centravanti Di Carmine dal Perugia. Due che in 3 spostano gli equilibri. Senza dimenticare il figliol prodigo Giampaolo Pazzini che, se sta bene fisicamente, può ancora fare la differenza. D'altronde due anni fa era stato proprio il Pazzo a trascinare il Verona in A con 21 gol. Dietro al fianco di capitan Caracciolo, ci sarà Daqidoqicz, soffiato al Palermo dopo un lungo testa a testa. Due rivoluzioni che a maggio potrebbero far rima con Serie A.

Sezione: Focus / Data: Dom 19 agosto 2018 alle 09:30 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Anna Vuerich
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