Fra rischi di ricorsi milionari e partite politiche con le elezioni federali sullo sfondo, il dilemma 19 o 22 è ormai diventato la disfida di Ferragosto. Peraltro nata e cresciuta quasi all'improvviso. Sembrava che il "si fa così" del 3 agosto, quando la Federcalcio aveva ribadito l'organico a 22 squadre, avesse stoppato il pressing della Lega B per la non sostituzione di Bari, Cesena e Avellino. E invece no, fra l'unanimità dei club cadetti, che hanno firmato tutti la richiesta di riduzione, e l'orientamento del Coni che negli ultimi giorni ha preso la stessa direzione, la questione è tornata in ballo in modo dirompente.

SERVE UNA SVOLTA E' stata la Lega B a tirare il sasso. E a non ritirare la mano. "Veniamo da due votazioni all'unanimità e da un convincimento che è datato addirittura 2011. Abbiamo chiesto ripetutamente di cambiare perché c'è poco da fare, i soldi previsti dalla legge Melandri sono in calo, come i contributi Figc, non c'è sostenibilità, bisogna intervenire perché altrimenti si rischia di ripetere all'infinito la situazione che si è verificata quest'estate".
Per la B, le risorse in più dovrebbero quindi garantire la tenuta del sistema. "Sarebbero distribuiti 600-700mila euro a club, avremmo meno turni infrasettimanali, potrebbe migliorare il livello tecnico". Questo è il discorso che da giorni, il presidente Balata e tutta la Lega B hanno fatto a tutti i tavoli per convincere delle loro ragioni. "Siamo stanchi di occasioni sprecate, di parlare di cambiamento e di restare sempre allo stesso punto".
In questo senso, viene spiegato lo "scatto", mettiamolo così, della convocazione dell'appuntamento con i calendari di lunedì, un modo per rompere l'immobilismo.

NON COSI' Quello scatto è però per un largo schieramento una "forzatura". Il fronte del no alle 19 squadre non si limita alle squadre non ripescate. C'è la Lega Pro, che ha già esposto duramente la sua posizione contraria (e il 22 agosto ha fissato un incontro dei suoi club per fare il punto della situazione, ancora non c'è la data di partenza).
Ma c'è anche l'Associazione calciatori. Ieri, un rappresentante dell'Aic, Luca Miranda, era alla conferenza organizzata dal Catania per sostenere la linea del no alle 19 squadre. Damiano Tommasi, il numero uno dell'associazione, non ha dubbi. "La riforma dei campionati va fatta rispettando le regole, non così. Bisogna rispettare le aspettative dei club che ambivano al ripescaggio anche sulla base di quanto aveva detto la Federazione, e naturalmente dei calciatori, che peraltro in questi giorni hanno firmato contratti con squadre ripescate in B che ora si ritrovano in Serie C".
Per Tommasi il problema ripescaggi ha anche un carattere in qualche modo etico. "Il ripescaggio non è solo una discussione sul format. La scomparsa di una squadra, il fatto che non abbia i requisiti per iscriversi l'anno dopo, significa che sul campo è stato leso il diritto di qualcun altro che invece ha fatto le cose regolarmente". Per Tommasi c'è poi il rischio della Figc di andare incontro a ricorsi e contenziosi. "Se poi li si vuole cercare".

ELEZIONI Sullo sfondo c'è anche la questione elettorale. Giovedì il sottosegretario Giorgetti aveva auspicato una convocazione "sollecita" delle elezioni delle federazioni commissariate. Ieri, il commissario straordinario Fabbricini ha indicato la data del 22 ottobre per le elezioni federali. Il 4 settembre il Coni cambierà i "principi informatori" degli statuti con le indicazioni del Governo, poi si andrebbe all'adeguamento e quindi alla convocazione delle elezioni. Una tabella di marcia decisamente ottimistica.

Sezione: Focus / Data: Sab 11 agosto 2018 alle 11:00 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Anna Vuerich
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