A rappresentare gli ex gialloblù in occasione della presentazione ufficiale  delle nuove divise da gioco all'Hellas Verona Store c'erano Domenico Volpati, Gigi Sacchetti, Antonio Terraciano, e Franco Bergamaschi. Ne abbiamo approfittato per una breve intervista a Domenico Volpati.

Buongiorno Volpati. Secondo Lei, che campionato attende il Verona?

«Il Verona ha l’obbligo di vincere il campionato. Lo deve alla sua storia e al suo prestigio. La serie B si vince con la squadra e non con il singolo. In serie A contano molto le individualità, ma in B è diverso.  Conta il gruppo. Devi essere un branco, dove tutti lottano insieme per lo stesso  stesso obiettivo. Il gruppo si fa negli spogliatoi e in campo«. 

C’è da ricomporre una netta frattura tra società e tifosi. Non sarà facile, non crede?

«Esiste uno scoramento nella tifoseria; lo vedi e lo percepisci. Questa è una cosa pericolosa. Verona è una città da oltre 250.000 abitanti con delle alternative: ha oggi tre squadre professionistiche nelle prime tre categorie del calcio italiano (caso unico in Italia, ndr). Il Chievo è al 17mo anno di serie A e sta facendo benissimo. Vero che il calcio è una fede, ma il rischio di un allontanamento da parte degli affezionati dell’Hellas c’è. I tifosi sono scoraggiati. L'ho detto al presidente.». 

Fu lei quel 12 maggio del 1985 a dire «Solo fra molti anni ci renderemo conto di cosa abbiamo fatto». Bene, son passati 33 anni; è andata poi cosi?

«Noi ce ne rendiamo conto tutti i giorni; se non ci pensiamo noi, ce lo ricorda la gente che ci ferma per strada. Ci sentiamo dei giovanotti che, non 33 anni fa, ma ieri hanno vinto un campionato di serie A». 

Sezione: Ex gialloblù / Data: Sab 07 luglio 2018 alle 07:04
Autore: Lorenzo Fabiano
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