Un passato da globetrotter del calcio con la terra d’Albione come seconda casa con l’Oceano e il Mare del Nord a ricordargli vagamente le acque meno gelide e più tranquille del Lago di Garda. Bristol, Brighton ma anche Brindisi, Castel di Sangro, Arezzo, Novara e Lumezzane.
Lorenzo Pinamonte, faccia sveglia, sorriso intrigante e capelli alla Sandy Marton ha interpretato i sogni più o meno modesti di chi, un giorno, come è accaduto, sarebbe tornato all’ovile con la consapevolezza di aver provato a sfondare nel grande calcio. Lui re della serie C con finestre sulla B, che avrebbe potuto diventare anche un nome fisso nel cartellone della serie A.

«Sono contento di quello che ho fatto, non ho rimpianti» racconta oggi il giovane albergatore, dietro la reception dell’Hotel Nettuno a Brenzone. Eppure un bel dì, il belloccio di casa nostra approdò anche a Benevento. «Era l’estate del 2005» ricorda Pinamonte, «la società stava cambiando proprietà e i fratelli Vigorito erano prossimi ad entrare. Fu una squadra allestita all’ultimo minuto ma con la chimica giusta. C’era gente come Tangorra, Maschio e altri. Il mister era Gabetta. Fra lo stupore generale centrammo i play off con il Sassuolo. Mi chiamano ancora ogni tanto. Ho lasciato un bel ricordo». La punta veronese segnò 12 reti in 32 gare e poi...
«E poi» dice, «c’era il Lumezzane che mi voleva e dopo l’esperienza in Inghilterra e altri giri per l’Italia volevo avvicinarmi a casa».

Pinamonte gioca ancora a calcio. «Certo l’anno scorso siamo diventati Campioni d’Italia con gli Amatori Lazise. Una bella soddisfazione e poi gioco con Terracciano, Penzo e Fanna negli ex gialloblù. Mi diverto e mi tengo in forma». Lorenzo va alla grande, fra una parola e l’altra con i fornitori dell’Hotel.
«A Benevento c’è grande passione. In serie C riuscivamo a volte a fare anche 12mila persone. Un po’ come al Verona. Non avrò il cuore diviso. Sono felice quando il Benevento vince ma non contro il mio Hellas. I gialloblù si sono rilanciati col Toro ma in Campania sarà dura, molto dura. Però ormai le partite sono sempre meno e quindi bisogna far punti anche là». Quale giudizio su Moise Kean? «Oddio» pausa, «è tanto giovane e ha tanta qualità. Finora per me ha giocato da 6,5 alternando buone prestazioni ad altre anonime. Ci sta. Lui può diventare un grande attaccante perchè ha molti margini di miglioramento e mi auguro che segni almeno altri 5 gol per salvare il mio Verona». Cosi parlò Lorenzo Pinamonte. Uno dei tanti globetrotter del calcio italiano.

Sezione: Ex gialloblù / Data: Gio 01 marzo 2018 alle 11:30 / Fonte: L'Arena
Autore: Anna Vuerich
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