Quando Cristiano ha messo dentro comodo la rete dell’illusione, a tentare l’ultimo tackle disperato c’era Krzysztof Piatek: scherzo del destino, il principe dei goleador che marca un rivale di ben altro blasone. Il mondo del Genoa si aspettava il polacco, sconfitto nella sfida impari con Ronaldo, ma il miracolo rossoblù ha un altro padrone. Una testa che non ti aspetti: Daniel Bessa, 173 centimetri di buoni sentimenti. «Non so come ho fatto tra difensori così alti, ma sono euforico! Un’azione strana, io ci ho provato», ha detto nella pancia dell’Allianz. Dopo il gol si è fiondato in panchina ad abbracciare il factotum del club: «Ho esultato con Carlo Borzone, è un modo per coinvolgere tutta la società». Poi un’altra dedica da bravo figliolo: «Venerdì era il giorno del cancro al seno, sei anni fa mia mamma l’ha sconfitto, adesso era qua e questo gol è per lei». Una mezza dedica, ammessa tra i denti, pure per il c.t. della Nazionale che ha scelto di abbracciare: «Spero che Mancini mi abbia visto, la convocazione è un sogno, un po’ lontano al momento».

MIRACOLI Bessa ha piantato le tende a Genova dopo lo svezzamento all’Inter e un mesto girovagare tra Italia, Portogallo e Olanda. Da Verona la spinta decisiva prima del Genoa, ma il filo conduttore è un altro, nei primi calci a San Paolo: «Nasco col futsal, come Douglas Costa: mi aiuta nella velocità di pensiero.Main generale il Genoa ha proprio un gran bel gruppo».
Con un nuovo condottiero con cui sembra scoccata la scintilla: «Juric mi piace perché grintoso e offensivo». E perché gli dice di «andare dentro, anche di testa se serve»: così i miracoli succedono.

Sezione: Ex gialloblù / Data: Dom 21 ottobre 2018 alle 08:00 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Anna Vuerich
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