In vista del derby di sabato abbiamo sentito telefonicamente Antonio Logozzo, indimenticato difensore gialloblù per tre stagioni, dal 1976 al 1980. I tifosi di vecchia data, quelli con in testa già qualche capello grigio, lo ricordano sicuramente. Lo raggiungiamo ai bordi di un campo di calcio mentre segue da vicino l’allenamento dei giovani del Gioiosa Ionica, suo paese natale. Il calcio, si sa, è una passione che non conosce fine.

Al telefono non riesce a nascondere la propria emozione: “ Che bello sentire gli amici di Verona. I tre anni trascorsi con la maglia gialloblù rappresentano per me forse la più bella esperienza della mia lunga carriera calcistica ( oltre 300 presenze tra i professionisti  - ndr) ”;

Gli chiediamo naturalmente del Verona. “ In questi ultimi anni guardo il calcio con un pizzico di nostalgico distacco, un mondo diventato troppo diverso da quando ero io a fare il calciatore. Seguo, tuttavia, tutti i risultati delle mie ex-squadre  – Verona, Bologna e Sampdoria in particolare – e sono contento se vincono. Riguardo al Verona, lo vedo vivere una stagione difficile ma resto convinto che una piazza così meriti ampiamente il palcoscenico della serie A.  Il derby credo sia una partita aperta a qualsiasi risultato – ai miei tempi, come ama ripetere il mio amico Zigoni,  il nostro e unico derby era quello contro il Lanerossi Vicenza – dove diventa difficile azzardare qualsiasi pronostico. Da giocatore ho disputato la stracittadina di Genova con la maglia della Sampdoria e vi assicuro che uscire dal campo vittoriosi regala sempre una grande emozione”

La conversazione non può che “scivolare” sui ricordi in riva all’Adige: “ Ho indossato la maglia gialloblù per tre anni. Arrivai nell’ottobre del 1976 dall’Ascoli – nell’unico mercato di riparazione allora consentito – e rimasi fino al 1979. I primi due campionati furono pieni di soddisfazioni – nel secondo arrivammo addirittura a sfiorare anche la qualificazione alla Coppa Uefa – e l’ultimo, anche se terminò con la retrocessione, non fu male per me. Alla termine del torneo sembrava addirittura potessi finire all’Inter. Alla fine, invece, il presidente di allora, il compianto Saverio Garonzi, mi cedette alla Sampdoria – sempre in serie B – per ben 600 milioni di lire. Una cifra enorme, se pensate, per quei tempi. Dei miei trascorsi in gialloblù ricordo con immutato piacere compagni come Zigoni, Luppi, Maddè, Mascetti, Bergamaschi, Busatta, Esposito, Negrisolo, Calloni e tanti altri. Eravamo veramente un bel gruppo. Come non ricordare, poi, i momenti di svago passati al bar di Giorgio Bissoli oppure le amicizie con giornalisti come Adalberto Scemma, Valentino Fioravanti e Germano Mosconi, purtroppo scomparso qualche anno fa. Insomma, Verona, come vedete,  mi è rimasta nel cuore.”

Chiude così: “Auguro al Verona di vincere il derby ma, soprattutto, di salvarsi perché la squadra ed i suoi splendidi tifosi meritano di rimanere in serie A”.

Grazie di tutto Antonio, immagine indelebile di un calcio che, forse, non esiste più.

Sezione: Ex gialloblù / Data: Ven 09 marzo 2018 alle 17:00
Autore: Enrico Brigi / Twitter: @enrico_brigi
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