La panchina di Fabio Grosso ha dimostrato ancora una volta di essere ben più salda di quanto si creda. Più forte delle critiche e di tutti i suoi numerosi detrattori. Non è la prima volta in questa stagione che l’ex campione del mondo si presenta ad un incontro con sopra la testa l’incombente spada di Damocle di un possibile esonero. La trasferta di Pescara, dove i gialloblù hanno strappato un misero punticino che altro non ha fatto che smuovere una classifica tutt’altro che esaltante, è stata, infatti,  la terza volta che ha visto l’ex allenatore del Bari salvare in un solo colpo capra e cavoli.

La prima, come tutti ricorderanno, fu dopo la sconfitta di Brescia quando le rondinelle di Eugenio Corini rifilarono un sonoro 4 a 2 a Pazzini & C. Dopo il pesante capitombolo, quando tutti chiedevano la testa dell’allenatore, e il pareggio interno a spalti vuoti con il Palermo , arrivarono tre vittorie ed un pari che provocarono il dissolvimento automatico di qualsiasi nube minacciosa. Successe altrettanto prima della trasferta di La Spezia quando i presunti colloqui - peraltro mai smentiti - con Serse Cosmi, avevano di fatto già desautorato il mister gialloblù, che si era presentato in panchina con le valige quasi fatte. Anche in questa occasione, oltre alla vittoria contro i liguri, arrivarono altre tre vittorie in serie - inframezzate dalla sconfitta di Lecce - che rilanciarono il Verona nella corsa alla promozione diretta. Lo stesso film si è rivisto, almeno in parte, sul terreno dell’Adriatico contro i biancazzurri di Bepi Pillon. Il punticino ottenuto è sembrato il classico brodino ma ha in ogni caso, lasciato ancora una volta tutto come prima.

Il vero nocciolo della questione è, tuttavia, un altro. C’è una specie di anello di congiunzione che tiene uniti tra di loro i tre diversi momenti di questa sin qui tribolata stagione. Ogni qualvolta che la situazione prende la cosiddetta brutta piega ecco che i gialloblù tirano fuori gli artigli e si rimettono in carreggiata. La domanda o piuttosto l’angoscioso dubbio che serpeggia tra un’esasperata tifoseria sono sempre gli stessi « Perchè la voglia e la determinazione escono solo in queste occasioni ? Perchè non si riesce a trovare quel minimo di continuità in grado di garantire ben altri risultati? ». Una domanda senza una precisa risposta che rischia di diventare il marchio di fabbrica - inteso in senso tutt’altro che positivo - di un campionato che da possibile trionfale rischia di tramutarsi in un fragoroso fallimento. E’ diffusa opinione, infatti, che questa squadra, sfumato l’obiettivo della promozione diretta, non abbia la possibilità di agganciare la massima serie attraverso la lotteria dei play off. Accanto a questa teoria, se vogliamo nemmeno più di tanto bizzarra, c’è chi sostiene addirittura che con un altro allenatore i risultati sarebbero potuti essere ben diversi. Nascoste nelle retrovie anche alcune malelingue - quelle non mancano mai - che sostengono che il mancato esonero di Grosso sia principalmente dovuto alla decisione di Maurizio Setti di non volersi accollare il costo aggiuntivo di un nuovo allenatore per sostituirne uno con due anni di contratto in mano. Vero ? Non lo sapremo forse mai..

A questo punto, come nel remake di un film già visto, l’auspicio generale è quello di assistere ad un nuovo colpo di coda in grado di dare una decisa accelerata in chiave play off. Tre partite, tre finali poi sarà quel che sarà.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 30 aprile 2019 alle 10:00
Autore: Enrico Brigi / Twitter: @enrico_brigi
vedi letture
Print