La sconfitta in extremis del Gewiss Stadium ha respinto impietosamente le velleità del Verona di ottenere il primo risultato utile contro una big del nostro campionato. Al cospetto della squadra di Gasperini, infatti, gli uomini di Juric hanno offerta un’altra prestazione coraggiosa, tenace e battagliera, portandosi due volte in vantaggio grazie alla doppietta di Samuel Di Carmine, ma venendo raggiunti e poi superati sul filo di lana dagli orobici. Come già successo contro Milan, Juventus, Napoli e Roma, alla compagine gialloblù è mancato qualcosa per fare il salto di qualità, quel pizzico di fortuna, esperienza e malizia necessarie per far girare gli episodi decisivi a proprio favore. Inoltre, nella seconda fase del match, è parso abbastanza evidente un certo calo fisico, un aspetto che ha ricordato la sfida di qualche settimana fa contro l’Inter: dopo una prima ora di gioco più che brillante, l’Hellas ha abbassato eccessivamente il baricentro, finendo per sopperire, nei minuti finali, alla maggior brillantezza e al più elevato tasso tecnico degli avversari.

Segnali che rimarcano l’ovvio gap esistente rispetto all’élite del calcio italiano, ma ciò che fan ben sperare è il fatto che la squadra di Juric abbia sempre giocato alla pari con l’avversario di turno. E se contro le cosiddette “grandi” non sono arrivati punti, i gialloblù hanno conquistato tutti i (presunti) scontri diretti, per una classifica che, al momento, rispecchia fedelmente il valore degli scaligeri e si presenta ben più rosea di quelle che erano le aspettative di inizio stagione.

Dalla sfida di sabato, Juric si porta in dote l’ennesima prova di organizzazione e compattezza dei suoi, caratteristica che deve essere il faro del Verona nell’ancora intricato viaggio verso la salvezza. Inoltre, Samuel Di Carmine ha trovato la prima doppietta nella massima serie e confermato un ottimo periodo di forma e lucidità sotto porta. Si spera possa essere proprio lui a risolvere il problema del gol degli attaccanti in casa gialloblù, soprattutto dopo l’infortunio di Eddie Salcedo.

Ma dopo la trasferta di Bergamo, il tecnico croato deve anche ragionare su due problemi che si sono palesati nelle ultime uscite. Innanzitutto, la questione della tenuta difensiva: dopo aver subito solamente 11 reti nelle prime 13 giornate, l’Hellas ne ha incassate 6 nelle ultime 2. La retroguardia scaligera resta comunque la quinta della Serie A (meglio solo Inter, Juve, Lazio e Roma), ma certamente Juric deve tornare a puntellare quella difesa che si è rivelata il punto di forza della sua squadra in questo primo scorcio di stagione. Altro aspetto, facilmente correlabile al primo, è quello della condizione fisica: dopo aver giocato un calcio molto dispendioso, diretto e verticale, alcuni giocatori gialloblù sembrano avere le pile leggermente scariche nelle ultime settimane. Questione fisiologica, di infortuni o della classica “coperta corta”. È evidente, in ogni caso, come i vari Faraoni, Amrabat, Veloso necessitino di un po’ di riposo e di qualche ricambio all’altezza: alternative che possono arrivare dal prossimo mercato, ma soprattutto dagli imminenti recuperi di Badu e Bessa, che potranno aiutare il tecnico croato nelle rotazioni.

Dopo due sconfitte consecutive, dunque, il Verona è chiamato all’ultimo impegno del 2019: complice, infatti, il rinvio a gennaio della sfida contro la lanciatissima Lazio di Inzaghi (impegnata in Supercoppa), quella di domenica contro il Torino sarà l’ultima partita prima della meritata sosta natalizia. Un incontro di indubbia importanza, contro una squadra reduce da due vittoria in fila (Genoa e Fiorentina), ma sempre alle prese con venti di contestazione interna e vittima di un’atavica mancanza di continuità. Appuntamento dunque al Bentegodi, all’ora di pranzo, per l’ultima esibizione dell’anno: per tornare a far punti, tenere a distanza di sicurezza la zona calda della classifica e continuare a far divertire il popolo gialloblù.

Sezione: Editoriale / Data: Gio 12 dicembre 2019 alle 15:00
Autore: Giacomo Mozzo
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