Il benservito dato ad Alfredo Aglietti, vero ed indiscusso artefice di una promozione in serie A acciuffata all’ultimo respiro, ha ridato fiato alla contestazione dei confronti della società gialloblù. Il presidente Maurizio Setti, infatti, ignorando volutamente gli umori della piazza – che chiedeva a gran voce la conferma del tecnico toscano – ha scelto di affidare la conduzione della prima squadra al croato Ivan Juric. I numeri con i quali il tecnico arriva in riva all’Adige sono tutt’altro che un beneaugurante biglietto da visita. Solamente 9 vittorie su 51 incontri disputati – in mezzo a tre esoneri – rappresentano un pedigree non certo da fare invidia. Il pubblico gialloblù ha naturalmente storto il naso mostrando tutto il suo disappunto per il trattamento riservato ad Aglietti, autore di un’insperata promozione e giubilato sull’altare delle mancanza di esperienza nella massima serie. La sua conferma sulla panchina gialloblù era sicuramente meritata ma la  meritocrazia non è di questo mondo, figuriamoci se parliamo di calcio.

Secondo molti, viste le intenzioni della società di affidarsi a un allenatore con più esperienza (Aglietti non ha mai allenato in serie A ndr) la piazza avrebbe gradito una scelta diversa tipo Iachini o Guidolin. Entrambi ex calciatori gialloblu e allenatori di comprovata esperienza, tutti e due rappresentavano sicuramente un profilo di maggior affidabilità senza dimenticare il fatto che sia l’uno che l’altro sarebbero stati disposti a rivedere le proprie pretese economiche pur di allenare in riva all’Adige. Per Guidolin, in particolare, Verona avrebbe rappresentato la naturale chiusura della sua carriera, iniziata proprio con il debutto in prima squadra intorno alla metà degli anni 70, ai tempi di Zigoni & Luppi, tanto per capirci.

La premiata ditta Setti & D’Amico, invece,  mostrando “orecchie da mercante” ha puntato tutte le proprie fiches su Juric, reduce da un’esperienza poco felice con il Genoa, ma artefice qualche anno fa con il Crotone della prima promozione in serie A della squadra calabrese. Ha destato molto stupore l’immediata disapprovazione mostrata dalla tifoseria nei confronti del tecnico croato, ancora prima che costui metta piede a Verona. Serve ricordare che ai piedi della lanterna la vita da mister non è mai stata facile per nessuno – per referenze citofonare ad Andrea Mandorlini o Cesare Prandelli -  e che le fortune di un allenatore dipendono molto anche dall’organico che gli viene messo a disposizione. Questo per dire, quindi, che le polemiche, assolutamente ingiuste e ingiustificabili, debbono rimanere fuori dalla porta. La squadra, qualunque essa sarà, ha bisogno sin dall’inizio del sostegno del proprio pubblico – è in questo il popolo gialloblù non è secondo a nessuno – che rappresenta la benzina necessaria per qualsiasi risultato. Laddove il campo desse una risposta non soddisfacente ci sarà tempo per pensarci. Tutto il resto, almeno per il momento, è noia.

Sezione: Editoriale / Data: Sab 22 giugno 2019 alle 09:00
Autore: Enrico Brigi / Twitter: @enrico_brigi
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