Finalmente. Finalmente la vittoria è arrivata. La partita contro l’Atalanta di mercoledì è stata bellissima da vedere, non solo per la conquista dei tanto agognati 3 punti, ma anche perché si è vista una squadra vera.

Fin dall’inizio Pazzini è entrato in campo con uno sguardo diverso dal solito, deciso e feroce (ha avuto infatti qualche ripetuta scaramuccia con De Roon), e con la voglia di arrivare a segnare ha trascinato tutti i suoi compagni. Diversamente dal solito, non si sono fatti abbattere dal primo gol, segnato da Conti per un erroraccio di Moras (e di Gollini a catena): hanno subito rialzato la testa, riguadagnato la fiducia nelle proprie capacità e si sono rimessi a lottare da zero. Il gol di Siligardi (una statua di ghiaccio anche dopo aver segnato la rete) ha riacceso la speranza in tutti quanti, giocatori e tifosi, e poi è arrivato Pazzini a chiudere definitivamente il discorso grazie all’assist di Wszolek.
Contro l’Atalanta si è vista una squadra, con un’unica testa e un unico cuore, e l’uomo con la fascia da capitano era come sempre Toni, ma quella sera la vera guida morale è stata Pazzini, che è entrato in campo talmente sicuro da sembrare uno Starman pronto a portare tutti alla salvezza. 

Una nota negativa in tutta la partita c’è stata: lo sconforto di Luca Toni. Il numero 9 del Verona che l’anno scorso è stato capocannoniere alla pari di Icardi, il campione del mondo che vuole portare alla salvezza il Verona, non ce la fa, non riesce a mandare in rete quella maledetta palla per la quale ogni volta fa a spallate con gli avversari.
Al 94° minuto tutti hanno esultato per la vittoria e Toni è corso ad abbracciare i suoi compagni, ma si vedeva che nel suo sorriso mancava qualcosa. Era sicuramente felice per la prima vittoria, ma anche un po’ abbattuto per non aver ancora segnato un gol. Quello che deve ricordarsi un campione come lui è che non importa quando e quanto segnerà, perché è fondamentale la sua presenza in campo. Luca Toni è un campione anche per il sostegno che dà alla squadra, per la sicurezza che infonde nei compagni. Il gol arriverà, serve solo ritrovare un po’ di fiducia nelle proprie gambe dopo così tanti mesi di riabilitazione. Tutta la squadra e i tifosi credono in lui, ora serve che anche Toni creda in se stesso.

Domenica si giocherà di nuovo al Bentegodi contro l’Inter di Mancini, ma non sarà una missione impossibile: la maledizione è stata finalmente interrotta.
I nerazzurri non sono una squadra costante, pur essendo molto più in alto in classifica del Verona, per cui i gialloblù dovranno entrare in campo con la rinnovata fiducia nei propri mezzi e giocarsela fino all’ultimo. Tutti vorremmo rivedere i volti dei giocatori sorridere dalla gioia come dopo il match di mercoledì.

Per la partita di domenica sono stati ad oggi venduti più di 4100 biglietti. Ora che finalmente è arrivata la prima vittoria ricompare di certo qualche tifoso dell’ultima ora, ma tutti quelli che sono fedeli al Verona e hanno la possibilità di andare allo stadio, vogliono andare a sostenere la squadra in un momento così delicato. Che si vinca o si perda, i tifosi ci saranno.
In campo sicuramente mancheranno Souprayen e Viviani, che sono stati di recente operati. Siligardi è in attesa di accertamenti dopo una lesione al muscolo otturatore, per cui non è certo che possa essere convocato, allo stesso modo di Rebic, che è alle prese con un problema cervico-dorsale. I diffidati invece sono Greco, Moras e Pazzini (assieme a Souprayen). Miranda dell’Inter salterà la trasferta nella città scaligera perché squalificato, ma la squadra di Mancini non ha nessun altro giocatore indisponibile.
Domenica il Verona può vincere e serve farlo: i tre punti dell’Inter sono fondamentali per l’obiettivo salvezza che non è ancora sfumato.

Sezione: Editoriale / Data: Ven 05 febbraio 2016 alle 11:30
Autore: Anna Vuerich
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