Fabio Grosso che, al fischio finale dell’arbitro Di Martino, si esibisce in una corsa liberatoria e va ad abbracciare i propri giocatori con un calore ed un trasporto fino ad oggi sconosciuti. E poi i gialloblù che vanno tutti assieme sotto il settore ospiti, a prendersi i meritati applausi dai propri sostenitori, accorsi numerosi, ancora una volta, a tifare per i propri colori. Uno scenario completamente ribaltato rispetto ad appena dieci giorni prima, quando i tifosi avevano espresso tutto il proprio malcontento al termine della disarmante prestazione di Lecce.
Sono i benefici effetti di una vittoria quasi sorprendente, almeno per le modalità con cui è giunta. Un Verona concentrato, attento, brillante e cinico al punto giusto, ha portato a casa tre punti fondamentali dal Curi di Perugia. Tre punti che rilanciano prepotentemente le ambizioni scaligere di promozione diretta, complici anche i tentennamenti delle dirette rivali. La squadra del campione del mondo del 2006, almeno fino all’80’ minuto, ha offerto probabilmente la miglior versione di sé, in questo campionato altalenante, travagliato e caratterizzato da una costante ricerca della continuità di rendimento e risultati. Soprattutto, ha mostrato per la prima volta di essere dotata di una rosa che non teme confronti con le altre: nonostante la continua emergenza infortuni delle ultime settimane, Grosso ha a disposizione molteplici alternative di qualità in ogni reparto.
Se nella prima frazione l’Hellas, nonostante un netto predominio territoriale, aveva mostrato buone trame di gioco e un piacevole possesso palla, peccando però di concretezza e lucidità negli ultimi metri di campo, nella ripresa ha saputo colpire nel momento giusto, con le reti di Bianchetti e Henderson giunte nel primo quarto d’ora. Emblematica, in tal senso, è la pregevole azione del secondo gol, con il doppio velo di Di Carmine e Lee che hanno liberato lo spazio per la precisa battuta a rete dello scozzese. Proprio l’ex Bari rappresenta una delle note più liete delle ultime settimane: Grosso ha effettivamente mostrato di conoscerlo bene e di saperlo gestire alla perfezione, in modo da recuperare alla causa un giocatore fondamentale per il decisivo rush finale.
Ma la giocata che ha stappato il match del Curi, aprendo la strada verso la quarta vittoria nelle ultime cinque uscite, è stata senza dubbio il colpo di testa di Matteo Bianchetti. Il difensore scuola Inter è sicuramente la faccia bella e pulita di questo Verona: non bastasse la sua storia emozionante, con il lungo calvario seguito ai terribili infortuni patiti nell’ultimo anno e mezzo, di lui colpiscono in particolare, oltre che l’affidabilità in campo, la serietà e l’intelligenza mostrate nelle interviste. Riferendosi al periodo negativo attraversato dalla squadra in questi primi mesi del 2019, il comasco non si è nascosto e ha affermato come i giocatori si siano guardati in faccia e abbiano capito di dover tirare fuori qualcosa in più. Dichiarazioni da vero leader, da parte di un ragazzo che sicuramente potrà garantire al gruppo quel carattere di cui spesso ha difettato.
L’Hellas di Fabio Grosso è dunque tornato in linea di galleggiamento, portandosi a ridosso di quella zona promozione diretta che, non più tardi di un mese fa, dopo la scialba prova contro il Crotone, sembrava pura utopia. Ora i gialloblù si trovano ad un solo punto (pur con una partita in più disputata) dal Palermo secondo. I rosanero, forse destabilizzati dalle vicende societarie, hanno conquistato due sole vittorie in questo 2019, così come discontinue sono pure le marce di Benevento (due sconfitte consecutive), Pescara (reduce dalla scoppola di Cittadella) e Lecce. L’unica che sembra lanciata senza titubanze verso la massima serie è il Brescia di Corini, reduce dall’ennesima vittoria al fotofinish della sua sorprendente stagione.
Ora, però, guai ad abbassare la guardia: il Verona, dopo le sfide contro Ascoli e Cremonese, è atteso dal ciclo terribile Brescia-Palermo-Benevento-Pescara. Quattro delle cinque candidate alla promozione diretta. A nove turni dal termine della stagione regolare, un passaggio a vuoto sarebbe fatale. Inoltre, bisognerà evitare pericolosi cali di tensione come quelli di Perugia, con quel pericoloso arretramento, negli ultimi minuti, che ha rianimato degli avversari sfiduciati e rimesso in discussione una partita che sembrava già archiviata. Fabio Grosso, sempre pacato e misurato nelle analisi, lo sa bene: il suo Verona deve dare seguito al proprio brillante periodo di forma, svuotare al più presto l’infermeria e presentarsi pronto per il decisivo rush finale.
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