La partita con la Roma ha confermato come il Verona sia una squadra in grado di mettere in difficoltà qualsiasi avversario. Già in occasione del match di Torino contro la Juventus, e successivamente anche contro l’Inter, la squadra di Juric aveva venduto cara la pelle, uscendo dal campo sconfitta di misura e in maniera non del tutto meritata. L’unica partita dove i gialloblù avevano mostrato in maniera evidente qualche piccolo segnale di manifesta inferiorità era stata quella del San Paolo con il Napoli, persa per due a zero con la doppietta firmata dal polacco Milik.

Contro i giallorossi, invece, lo spartito si è ripetuto. Andata in svantaggio, la squadra ha prontamente reagito trovando subito il gol del pari. L’intervento chirurgico del VAR – che ha scovato un millimetrico fuorigioco annullando la seconda rete di Faraoni – e l’ingenuità di Gunter -  quando quest’ultimo ha trattenuto in area Dzeko provocando il rigore poi trasformato da Perotti – hanno indirizzato il match a favore della squadra di Fonseca. Da un potenziale vantaggio si è quindi passati alla situazione diametralmente opposta. Così va il calcio si sa, niente di nuovo. Nella ripresa, poi,  i capitolini hanno fatto valere il loro maggior tasso tecnico e il risultato è rimasto tale fino alla terza rete, segnata in tempo di recupero. Il Verona le ha tentate tutte per pervenire al pareggio ma ogni sforzo è risultato vano. La sconfitta finale, comunque, a detta di molti, è parsa punizione eccessiva e per certi versi immeritata.

La partita ha ribadito la forza della squadra scaligera che, grazie a intensità e organizzazione,  si è confermata in grado di giocare alla pari con qualsiasi avversario. Sull’esito finale ha in parte pesato la serata non proprio felice dell’intera retroguardia ma Il vero tallone di Achille, però, rimane sempre l’assenza di un “vero” attaccante in grado di finalizzare la mole di gioco proposta. Tale aspetto, anche se non ha ancora raggiunto l’alert da allarme rosso,  rappresenta sempre un tema da non sottovalutare minimamente, soprattutto in ottica futura.

La cosa importante, tuttavia, come ribadito spesso dallo stesso Ivan Juric, è quella di non farsi distrarre, nella maniera più assoluta, da strani voli pindarici, che impiegano un attimo a tramutarsi in aspettative difficili da raggiungere. Qualcuno, visto l'andamento positivo oltre ogni più rosea aspettativa, aveva già iniziato a "fantasticare". Le dichiarazioni pronunciate con la consueta schiettezza dal tecnico gialloblù al termine della gara di domenica « Dobbiamo sempre ricordare chi siamo e da dove veniamo» suonano, invece, come un richiamo all’ordine inteso come la necessità riprendere subito in mano il senso di umiltà e di consapevolezza nei propri mezzi, al fine di evitare di trovarsi di fronte a brutte sorprese. Il campionato è ancora troppo lungo e complicato, alzare l’asticella in questo momento è sicuramente controproducente. In questi casi la soluzione migliore, rimane sempre la solita: “palla lunga e pedalare”.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 03 dicembre 2019 alle 19:00
Autore: Enrico Brigi / Twitter: @enrico_brigi
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