Il girone (infernale) d’andata è terminato con l’ennesima sconfitta da parte dei gialloblù, sempre più ultimi in classifica. Non c’è nemmeno molto da dire, sulla partita persa contro il Palermo: la squadra ha giocato decentemente, si è impegnata, ha creato occasioni, mentre gli avversari hanno portato a casa i tre punti tirando giusto un paio di volte in porta. Il Verona doveva approfittare del caos rosanero di questi ultimi giorni, e invece la situazione si è del tutto capovolta, regalando così agli avversari l’autostima che serviva a loro, sì, ma all’Hellas decisamente di più.

 

Se anche quando si gioca discretamente e si creano occasioni, la palla non ne vuole sapere di entrare, le cause principali sono due: sfortuna, sì, ma anche un organico evidentemente al di sotto di ogni aspettativa. Già, perché dopo 19 partite non si può imputare tutto al fato avverso, né a chi siede in panchina. Dopo 19 partite, è il caso di mettere da parte alibi e frasi fatte ed ammettere che i giocatori, qualitativamente, sono quello che sono.

Con queste circostanze, sia della posizione in classifica, sia dell’organico, una sola cosa è fondamentale: che la società ci metta la faccia e prenda in mano la situazione. Perché se i tifosi del Verona hanno finora sopportato discorsi di gloria farciti di inglesismi e promesse disattese, marketing selvaggio, colori sociali stravolti, simboli alterati, salassi per gli abbonamenti, promesse di costruire insieme al nuovo ds una squadra giovane per poi vedersi arrivare Pazzini e Matuzalem che insieme fanno 66 anni, esoneri tardivi in panchina dopo aver detto -appena un paio di turni prima- che l’allenatore era "straconfermato" poiché lavorava bene, un calciomercato che attualmente stenta a decollare, beh, il minimo che si può fare nei loro confronti è essere onesti e prendersi le proprie responsabilità. Dopo la sconfitta contro il Palermo era lecito aspettarsi un dirigente gialloblù ai microfoni dei media, e invece si è visto solo un Toni accollarsi le responsabilità del caso scusandosi con tutti.

La trasparenza è una cosa che a Verona è mancata spesso, e parlare dell’attuale rosa come di una rosa “più che adeguata al raggiungimento dell’obiettivo” esula decisamente, dal concetto di onestà. Perché, purtroppo, questo Verona rappresenta un grottesco record: è il peggior Verona in assoluto di tutta la storia gialloblù, fin dal lontano 1903. Mai, prima d’ora, era successo di non collezionare nemmeno una vittoria in tutto il girone d’andata.

La situazione ormai è a dir poco disperata, la rassegnazione nei confronti di una retrocessione in serie cadetta è sempre più palpabile, ma bisogna provare a crederci fino alla fine, finché non sarà la matematica, a condannare l’Hellas Verona. Risulta estremamente difficile, ma per i miracoli è necessaria tanta fede da mantenere fino in fondo. Intanto, è il caso che chi di dovere, ovvero la società, cominci a metterci la faccia e parlare chiaro nei confronti di chi ha sempre dato tanto, ma non è stato ripagato a dovere: i tifosi gialloblù.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 12 gennaio 2016 alle 11:00
Autore: Giorgia Segala
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