Si attendeva con una certa preoccupazione il trittico Palermo-Benevento-Pescara. L’Hellas veniva da 12 gare in cui le note negative superavano di gran lunga le positive e si stava inabissando sempre di più verso il centro della classifica. Non c’era sicuramente alcun motivo per guardare ottimisticamente a 3 partite contro una serie di squadre che lo precedevano in graduatoria e,inoltre, avevano un organico superiore a molte delle compagini affrontate fino a quel momento. Alla fine inaspettatamente sono arrivati 7 punti. Contro il Palermo c’era stato un pareggio che non aveva lasciato molte speranze di ripresa, la squadra siciliana aveva dominato per larghi tratti quella gara e probabilmente il risultato le stava stretto. Dopo è arrivata la sosta, le avversarie hanno allungato in classifica, e il Verona era uscito dalla zona playoff. Da Benevento è arrivata una vittoria importante ma, anche in quel caso, la squadra di Fabio Grosso non aveva convinto; dopotutto i padroni di casa per gran parte del secondo tempo erano rimasti in dieci e, nonostante questo, i gialloblù nella ripresa sono rimasti schiacciati nella metà campo avversaria, oltre ad aver segnato in maniera fortunosa ma, soprattutto, sono stati graziati da Coda che, nel momento del rigore, aveva deciso di improvvisarsi Francesco Totti tirando un improbabile cucchiaio.Invece l’altra sera contro il Pescara oltre alla vittoria si è visto finalmente per ampi tratti anche il bel gioco e diverse sono state le indicazioni positive: Silvestri si conferma una sicurezza, già decisivo dopo 2 minuti con una grande parata su Mancosu, Dawidowicz al centro della difesa dimostra sempre più che quello è il suo ruolo e non, come più volte è stato schierato dal mister, quello di centrocampista. Zaccagni dopo Benevento è stato nuovamente di gran lunga il migliore in campo, è entrato in tutte le occasioni più importanti, si è procurato il rigore e migliora di partita in partita. La favola più bella è però quella di Andrea Danzi, ragazzo di Verona, che proviene dalle giovanili del Verona e che, dopo aver esordito l’anno scorso in Serie A, ha anche realizzato il primo gol tra i professionisti. Speriamo poi che Fabio Grosso dopo 15 partite si fermi con gli esperimenti in campo e schieri ciascuno nel ruolo che gli è più naturale, cosa che in queste ultime giornate ha permesso anche una maggior verticalizzazione della manovra. Certo ci sono anche note negative, si è subìto nuovamente gol, dopo che la scorsa settimana finalmente per la prima volta la porta era rimasta inviolata. Di Carmine è ancora troppo solo al centro dell’attacco e i due esterni, Lee e Matos, molto bravi nella corsa e nel saltare l’uomo, in fase di realizzazione difettano sempre di concretezza. Non è ancora tempo di pensare che il malato sia guarito, ma forse è cominciata la fase di guarigione. L’Hellas sta risalendo la classifica ma non dimentichiamoci che con la rosa che si ritrova arrivare nelle prime posizioni è l’obiettivo minimo e, in prospettiva, gli incontri che porteranno alla fine del 2018 potrebbero dare serie speranze di ripresa: almeno altri 7 punti tra le trasferte di Livorno e Foggia oltre alla gara casalinga con il Cittadella potrebbero portare ad affrontare il 2019 con qualche certezza in più.

Sezione: Editoriale / Data: Mer 19 dicembre 2018 alle 12:00
Autore: Enrico Lamonea
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