L’ora fatidica sta finalmente scoccando. Il conto alla rovescia ufficiale dell’Hotel Da Vinci di Milano si avvicina fatidicamente allo zero. Anche quello dello Speciale di Sportitalia, sempre in prima fila nel raccontare il carrozzone del calciomercato, sta consumando gli ultimissimi secondi. È leggermente avanti rispetto a quello ufficiale della Lega, ma poco importa. La celeberrima porta si sta inesorabilmente chiudendo.

Michele Criscitiello, sempre a proprio agio nelle vesti del mattatore, annuncia che, tra i possibili colpi dell’ultimissima ora, uno riguarderebbe pure l’Hellas Verona. “Finalmente il tanto agognato centrale difensivo, per cui ormai avevamo perso le speranze! Sta a vedere che stavolta…”. Invece no, il colpo in extremis del nostro Verona è un cavallo di ritorno, se così può essere definito: risponde al nome di Gianni Munari. Centrocampista con un onestissimo passato tra massima serie e cadetteria, arriva in prestito dal Parma, dove, nella prima metà di stagione, è sceso in campo per soli 3 minuti, nella sconfitta di domenica contro la S.P.A.L. Ha già militato in gialloblù nella dimenticabile stagione 2005/2006, in Serie B, in cui totalizzò 38 presenze e 4 reti. Il prossimo giugno compirà 36 anni. Nelle ore precedenti, la società ha portato a termine un altro colpo, forse più significativo, assicurandosi le prestazioni di Luigi Vitale, prelevato a titolo definitivo dalla Salernitana. Vitale può rappresentare il laterale difensivo sinistro che tanto serviva al Verona, anche se permangono dubbi relativi alla sua possibile collocazione tattica, avendo spesso agito come esterno di centrocampo in un 3-5-2.

Come detto, però, rimane irrisolta la questione del centrale di difesa. In un reparto perennemente in sofferenza e troppo spesso perforato, rimangono al momento a disposizione i soli Dawidowicz e Marrone (quest’ultimo, peraltro, adattato in un ruolo a lui poco congeniale e difatti sovente a disagio). Abbondano, invece, i terzini destri: in questo senso, risulta di difficile comprensione l’acquisto di Davide Faraoni dal Crotone. E lo stesso Grosso ha mostrato idee abbastanza confuse sullo schieramento del pacchetto arretrato, tant’è vero che lunedì sera, contro il Cosenza, ha dirottato subito l’ex Inter sulla fascia opposta, impiegando su quella di destra Matteo Bianchetti, uno dei pochissimi centrali di ruolo in rosa.

Ma è stata la gestione dell’intera campagna di riparazione a destare più di un dubbio: in primis, la cessione alla Cremonese di Antonio Caracciolo, titolare inamovibile e punto di riferimento del reparto per tutto il girone d’andata. Ceduti anche Cherubin e Calvano al Padova (con effetti devastanti già alla prima partita del ritorno…), Tony D’Amico ha poi portato a termine un operazione di restyling dell’attacco, acquistando Di Gaudio dal Parma (buono il suo debutto, quantomeno per voglia ed intraprendenza) e cedendo lo scontento Cissè al Carpi. La confusione ha regnato sovrana fino all’ultimo giorno di mercato, con i poco convinti tentativi per Ceravolo e Bellusci e le voci insistenti su un possibile interessamento del Benevento per Di Carmine e Pazzini.

È stato dunque molto difficile trovare un senso o una logica al mercato del Verona, una strategia condivisa o una visione di medio-lungo termine. Una sensazione di improvvisazione confermata, fatalmente, dalle vicende di campo, con un’altra deludente prestazione nel posticipo del Bentegodi. Avanti di due reti e con un Cosenza alle corde, i gialloblù hanno mostrato una volta di più tutti i propri limiti, permettendo ai calabresi di pareggiare e fallendo una ghiottissima occasione per accorciare sulle altre pretendenti alla promozione.

Sempre che sia davvero quello della promozione l’obiettivo di una società il cui operato lascia sempre più perplessi e spaesati. Lo stesso spaesamento provato dal tifoso gialloblù mentre la porta dell’Hotel Da Vinci si chiude, Luca Cilli viene placcato da un inflessibile bodyguard, Criscitiello intrattiene con la sua solita verve e Pedullà piange dalle risate. Un’altra indecifrabile sessione di mercato se n’è andata, ora si torna a pensare esclusivamente al campo.

Sezione: Editoriale / Data: Ven 01 febbraio 2019 alle 12:00
Autore: Giacomo Mozzo
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