Un copione che si ripete all’infinito: Verona in crisi, club alterato, ritiro, tutti in discussione senza eccezioni. E la squadra, in tutta risposta, vince. Il trauma ha fatto bene alla squadra, si dice, hanno tirato fuori il carattere proprio grazie alla situazione delicata, si dice. Si suppone quindi che la vittoria possa rappresentare un punto di svolta, mentre basta attendere il successivo turno di campionato per tornare nel baratro (il Verona, infatti, in tutta la stagione non ha mai vinto due partite di fila). Film già visto. Potremmo recitarlo a memoria, se solo fossimo noi i protagonisti. Restiamo invece impotenti spettatori davanti allo sfacelo che è questa stagione: 21 sconfitte in 32 partite, non c’è davvero giustificazione che tenga.

Il primo tempo visto a Bologna è stato pietoso, con giocatori che non hanno idea di come muoversi con e senza palla. Incomprensibile ai più l'esclusione dagli 11 di partenza di Franco Zuculini che, quando impiegato, ha sempre indossato l'armatura da guerriero gettandosi nel cuore della battaglia.

Complice una posizione rivedibile di Nicolas, i rossoblù concludono meritatamente in vantaggio la prima frazione di gioco. Nella ripresa si accende un barlume di speranza per il Verona: viene accantonata la timidezza e la squadra prova a sfondare, scontrandosi però ogni volta coi propri evidenti limiti in fase di realizzazione.

Entra Petkovic per Cerci ma la musica davanti non cambia, senza contare che la faccia ed il labiale del 10 gialloblù lasciano ben poco spazio all’immaginazione: vistosamente contrariato per la sostituzione, l’ex Milan chiede al proprio allenatore una spiegazione riguardo a questa scelta tecnica. Col senno di poi, effettivamente, non aveva tutti i torti.

 

LEE, CHE SORPRESA – La seconda carta che intende giocarsi Pecchia è l’impiego di Lee per sostituire Romulo; l’ingresso del coreano sorprende tutti quanti, e la sorpresa si tramuta poi in dubbi amletici: perché il giovane viene utilizzato col contagocce, considerando quanto ha fatto vedere in appena venti minuti al Dall’Ara? Velocità, guizzi, idee: tutte cose che ai compagni in campo sono mancate come il pane. La domanda è lecita, poiché Lee sarà anche acerbo, ma perché maturi è necessario dargliene la possibilità sul campo. Vederlo mettere le radici in panchina, per poi essere testimoni delle sue qualità in soli venti minuti a stagione quasi conclusa è davvero incomprensibile  E le carte in regola per crescere ha dimostrato di averle. Ha senso, per il mago, tirare fuori l'asso dalla manica quando il pubblico se n'è andato e le serrande del locale sono già state abbassate?

 

ARREMBAGGI A SIPARIO CALATO – Nel corso degli ultimi minuti di gara i gialloblù vanno all’arrembaggio provandoci in ogni modo, venendo beffati allo scadere dal raddoppio di Nagy - che non si è lasciato sfuggire la ghiotta occasione rappresentata da una respinta sbilenca di Nicolas. Il Bologna verso la fine era sicuramente stanco, avendo speso molto sul piano fisico, ma perché il Verona deve aspettare i minuti di recupero per metterci un pizzico di grinta e personalità in campo? A quel punto è inevitabile arrivare alla conclusione che si tratti soprattutto di una questione di testa e di motivazioni.

 

SOTTO A CHI TOCCA – Dopo appena tre giorni da questa gara il Verona ne dovrà affrontare un’altra molto delicata al Bentegodi, contro un Sassuolo che non è riuscito ad andare oltre al pari in una combattuta partita giocata col Benevento, nonostante si stia comunque pian piano avvicinando alla zona salvezza. I gialloblù non potranno contare su Caracciolo, squalificato, mentre per quanto riguarda Fossati bisognerà valutare l’entità del colpo alla spalla che lo ha costretto al cambio al Dall’Ara.

 

Siamo in crescita, la salvezza continua a distare pochi punti nonostante i risultati, dobbiamo mettercela tutta, meritavamo di più, l'obiettivo è alla portata: la data di scadenza per queste affermazioni è ormai prossima, si può davvero ancora aspettare? Qual è il confine tra queste dichiarazioni e il momento in cui potrebbe essere semplicemente troppo tardi?

Non si pretende la salvezza a tutti i costi, ancor più in una stagione ormai altamente compromessa: quel che si pretende è la dignità, che molte, troppe volte è venuta a mancare.

Sezione: Editoriale / Data: Lun 16 aprile 2018 alle 18:00
Autore: Giorgia Segala
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