«Simone Inzaghi vuole la Champions. La Lazio ci può arrivare. Ma deve battere il Verona». Pure l'Hellas vuole la salvezza. E non deve perdere all'Olimpico. E allora, Bruno Giordano, come la mettiamo? «Gli esami non finiscono mai. Vale per tutti. Per il Verona e pure per Inzaghi. E gli esami aiutano a diventare grandi. Di sicuro, la Lazio non la può sbagliare questa partita».
Giordano è bandiera di due mondi. Lazio e Napoli. Gol, tanti gol nel suo passato da attaccante in prima linea. Li segna pure oggi, a 62 anni. Nel web gira, infatti, un video diventato ormai virale che lo immortala in splendido gesto tecnico: botta e palla all'incrocio in una partita di calciotto.
Giordano, chi sta peggio tra Lazio e Verona? «La Lazio è finita dentro la sua mini crisi. Ma ha l'opportunità di uscirne. Il primo obiettivo è staccare un pass per la Champions. Con il Verona l'occasione è ottima. Per fortuna, di questi tempi, quando giochi e perdi, tre giorni dopo riesci a tornare in campo subito per rifarti. Pensi poco, lavori tanto».
E l'Hellas? «Gli mancano quei 4-5 punti che adesso le potrebbero dare maggiore fiducia. Non entro nel dettaglio tecnico. Ma in queste situazioni comanda la testa. Se rincorri, puoi farti prendere dall'ansia. Se sei, invece, allineato agli altri, magari la vivi con maggiore serenità».
Kean, giovane promessa, a guidare l'attacco per la salvezza. Da allenatore, avrebbe fatto la stessa scelta? «Il talento va riconosciuto e premiato. Perché ripaga. Magari non sempre. Ma ogni situazione fa storia a sé. Quando lotti per la salvezza, di solito, hai bisogno di riferimenti importanti. E di una faccia sulla quale puntare lo sguardo».
Pensa a Pazzini? «C'avrei pensato mille volte prima di lasciarlo partire. Pure qui, premetto: non conosco le dinamiche che hanno portato a questa scelta. Ma esistono considerazioni che possono avere valore assoluto. Pazzini è la faccia sulla quale puntare nel momento in cui in campo ti senti smarrito. La cifra tecnica è fuori discussione. E quando ti senti scivolare hai bisogno di aggrapparti a braccia solide».
La corsa salvezza pare avere già individuato le condannate a soffrire. Con il Benevento ci sono Verona, Spal e Crotone. Vede altro? «Il Benevento, oggi, pare essere andato. Spal e Verona sono lì che galleggiano. Il Crotone ha dimostrato di avere l'energia giusta. Ma se per la Spal magari era prevedibile questa sofferenza, per il Verona mi aspettavo qualche cosa di diverso».
Cioè? «Da tempo vive una fase di saliscendi che i tifosi non meritano. La piazza è importante. E oggi mi pare surriscaldata da questo andamento che non trova il suo equilibrio».
Si è dato una spiegazione? «Magari chi vince un campionato di B è portato a pensare che poi, in A, la salvezza arriva senza troppi patemi. Ma ormai il salto è abissale. E la riprova, spesso, si ha nel viaggio all'incontrario. Chi scende dalla A, poi, tra i cadetti si ritrova ad avere in mano un valore tecnico di gran lunga superiore a tutte le altre. Ma non è certo oggi il tempo dei verdetti. Il Verona è in corsa per il suo obiettivo. Ma trova una Lazio che non può più sbagliare».
Immobile è il problema numero uno. Poi arrivano gli altri. «Poi arriva soprattutto Luis Alberto. Lui è la fonte. Lui è l'uomo da mettere in gabbia. Perché tutto passa dalle sue ispirazioni, dalle sue giocate, dai suoi pensieri. Immobile esegue, ma Luis Alberto ispira. E poi c'è anche Milinkovic. Sempre molto temibile»
Come deve giocarsela il Verona? «Cuore e sofferenza. Dopo averla preparata nel dettaglio».
La sua previsione? «La Lazio ha due partite di fila che possono permetterle di accelerare: Verona e Sassuolo. Sei punti da prendere a tutti i costi. Per rialzarsi. Quindi: prevedo corsa, rabbia e la voglia di spaccare il mondo. Così come dev'essere in queste occasioni».
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