I derby sono così, ribaltano i valori, sprigionano emozioni grandi. Nulla è mai scontato. Il Vicenza che in questa stagione non aveva mai vinto in casa ha trovato il primo successo al Menti (gol di Galano nella nebbia) proprio nella gara più sentita, battendo la capolista che era distante 19 punti.

Un Verona che imbruttisce di settimana in settimana: terza sconfitta nelle ultime cinque gare (quarta in sei considerando anche la Coppa Italia), ma forse questa è la peggiore perché arrivata senza giocare e senza lottare. E non deve consolare che il primo posto solitario sia salvo in virtù del ko del Frosinone e del pari del Benevento. Il bel Verona che fu è un ricordo.

 

 

BRUTTO SPETTACOLO – A Vicenza si sono divertiti e hanno fatto festa, ma il derby è stato brutto nel primo tempo e invisibile nella ripresa, quando la nebbia ha inghiottito il Menti. Il gol, al primo vero tiro verso la porta di Nicolas, è arrivato al 24’ e è stato propiziato da una iniziativa di Orlando sulla destra, con Galano bravo a sfruttare il pallone vagante in area.

Bisoli, privo del centravanti Raicevic, si è dovuto accontentare di un attacco di piccoletti, con Galano falso nueve e – alle sue spalle – Vita, Bellomo e Giacomelli.

La sensazione è che i demeriti del Verona siano stati superiori ai meriti del Vicenza, che ha preso sicurezza quando ha visto la mollezza – di testa e di gambe – dei più quotati avversari.

 

 

VERONA INESISTENTE – Dalla centrifuga con Novara e Cittadella in poi, l’Hellas non è più stato quello ammirato nella prima parte di stagione. L’unica vittoria, di misura con il Bari, è maturata grazie agli errori dei giocatori di Colantuono, altrimenti sarebbe sfumata pure quella.

È meglio che in casa Verona si prenda coscienza che, con questo andazzo, la corsa verso la promozione in Serie A sarà un terreno minato. E una scossa deve darla Pecchia, perché attualmente la squadra è piatta e scontata, e lui non incide con le scelte. Le assenze di Pisano e, soprattutto, Pazzini non possono valere come alibi. Sbagliato l’approccio, irritanti le prestazioni di alcuni giocatori, quasi nulla la reazione dopo il gol incassato.

Contro un Vicenza generoso, ma che fin da subito ha mostrato insicurezza se pressato (l’errore di Esposito avrebbe dovuto essere sfruttato meglio da Romulo), il Verona ha giocato al piccolo troppo, senza convinzione.

Un tiro di Luppi nel primo tempo, altri due di Siligardi e Zaccagni nella ripresa: siamo sotto il minimo sindacale. Ganz ha fallito l’occasione per dimostrare che può insidiare il posto di titolare di Pazzini, Siligardi è stato invisibile, e non per colpa della nebbia, il centrocampo non ha sprizzato né idee né combattività. Non ci siamo Hellas.

Sezione: Copertina / Data: Dom 11 dicembre 2016 alle 11:00 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Giorgia Segala
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