E all’ultima esibizione del 2016 riapparve il Verona autentico. Quello che ad inizio stagione aveva spaventato tutti gli avversari, sia per i risultati, sia per il (bel) gioco. Ecco, ieri sera si è rivista la macchina perfetta che Pecchia aveva guidato senza particolari incidenti fino ad un mese e mezzo fa. Più che una sfida, è stato un esercizio di stile: spettacolo, gol e una superiorità indiscutibile dall’inizio alla fine. Certo, il tenero Cesena da trasferta (sesta sconfitta consecutiva fuori casa) era la vetrina ideale per mostrare tutti gli ori di casa.

Che, come è noto, non sono pochi: oltre al solito Pazzini (16° gol stagionale) anche un Bessa straripante a centrocampo e un Romulo che con la sua duttilità ha mandato in confusione gli avversari. Fosse stato un match di boxe, sarebbe stato giusto gettare la spugna.

 

VERONA DI QUALITA’ – Il dato di fatto è che, pur con tutti gli alti e bassi dell’ultimo periodo, all’Hellas questa Serie B sta stretta. E aver conquistato il titolo di campione d’inverno in solitaria è una botta di autostima in più per i gialloblù, che ora hanno anche la spinta della storia visto che da quando il campionato è a 22 squadre solo il Mantova nel 2005-06 ha poi fallito sul campo la promozione.

Ma se il Verona giocherà come ieri e non cadrà di nuovo nell’errore di rilassarsi, avrà pochi problemi. Anche perché ha un allenatore che fa giocare bene la squadra e che ogni tanto tira fuori dei colpi a sorpresa. Zaccagni esterno sinistro d’attacco è la perla di ieri. E proprio da quella zona, dopo 20 minuti, arriva il vantaggio gialloblù: sugli sviluppi di una punizione battuta da Siligardi, gran botta di Bessa e palla in rete.

Il Cesena, che non aveva cominciato male il match, rimane come tramortito e lascia la scena ai padroni di casa. Che prendono in mano le redini del gioco e non le mollano più.

Bessa, Fossati e Romulo dominano a centrocampo e la squadra di Camplone non ha scampo, anche perché il Verona quando gioca in velocità è davvero una macchina da guerra. E così al 28’ arriva anche il raddoppio: Siligardi va via sulla destra e mette in mezzo per Romulo che viene anticipato da Agliardi, ma la palla arriva a Pazzini che non perdona. Partita virtualmente chiusa dopo neanche mezz’ora.

 

CESENA SPENTO – Nella ripresa il canovaccio non cambia. Il Verona controlla la situazione, fa qualche esperimento tattico e bada a non sprecare troppe energie. E anche senza strafare arriva il 3° gol, firmato da Boldor di testa.

Il Cesena non accenna alla minima reazione. Ciano mostra solo a sprazzi la sua classe e Djuric là davanti è troppo solo. Morale: fuori casa i romagnoli si confermano un colabrodo (la gioia lontano dal Manuzzi in campionato manca addirittura da maggio) e la zona playout è di nuovo realtà.

Alla fine la squadra si prende i fischi dei suoi tifosi e non è finita qui, perché la società ha bisogno di risanare il bilancio e al mercato di gennaio potrebbe partire qualche gioiello.

Sezione: Copertina / Data: Sab 31 dicembre 2016 alle 11:00 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Giorgia Segala
vedi letture
Print