La Serie A diviene ufficiale alle 22.26, quando l’arbitro La Penna chiude la partita e lascia scatenare l’esultanza dei 4.700 tifosi del Verona, che abbracciano la loro squadra e la soffocano di entusiasmo. Solo pochi minuti prima, alle 22.22 tutti i timori erano svaniti e si era alzato al cielo il coro tanto atteso: “Si torna in Serie A”.
PAZZO IN LACRIME – Pazzini si inginocchia, viene abbracciato da un gruppetto di compagni, si porta le mani al viso, concedendosi pure una lacrimuccia. Poco dopo il grande protagonista dell’impresa, con i suoi 23 gol, esterna la grande gioia:
“Sono orgoglioso per quello che abbiamo fatto, i tifosi se lo meritano. Abbiamo faticato nelle prime sette partite del ritorno, poi siamo stati bravi a riprenderci. Il prossimo anno? Ci sarò, voglio fare un grande campionato di Serie A”.
Dall’altra parte del campo Romulo e Bessa sono i primi a correre sotto la loro curva e a ricevere l’ovazione, poi arriva Troianiello, il più scatenato. L’attaccante, specialista in promozioni visto che conquista la A per la quinta volta, si arrampica sulla traversa ed esulta, poi salta giù e si carica sulle spalle Bessa. Nessuno lo contiene.
Compaiono le maglie celebrative, in blu con una banda trasversale a scacchi gialloblù e la scritta: “Stan tornando i gialloblù” esaltato da una A gigante. Un tifoso riesce a scavalcare ed ottenere la casacca di Bessa, trofeo ambito.
FESTA CONTINUA – Nel frattempo una ventina di tifosi del Cesena riesce ad invadere il campo, beffando gli steward. La polizia in assetto anti-sommossa smorza subito il loro tentativo di rovinare la festa veneta e li costringe a fuggire nella loro curva. I giocatori del Verona quasi non si accorgono e la festa continua.
Pecchia è incontenibile, alla fine pure il presidente Maurizio Setti viene issato in trionfo e quasi spogliato di fronte alla curva. Lo spogliatoio diventa una bolgia, con il solito Troianiello, che lancia i canti fumando un sigaro toscano. Pecchia si concede alla prima intervista post-promozione e si becca un bel gavettone da Ganz. Parte la raffica di selfie.
PECCHIA – “È un successo meritato – si esalta Pecchia – abbiamo sofferto fino all’ultimo contro una squadra forte. Il merito è di tutti, della squadra e di una dirigenza che ha sempre creduto in me. Da un’altra parte non so se avrei concluso il campionato in panchina. Il problema più grande non è stata la pressione che ci obbligava a vincere per forza, ma riuscire a ricreare una mentalità vincente dopo una retrocessione brutta e deludente. Io stavo bene anche da secondo con Benitez, ma volevo prendermi i miei rischi. Ora ringrazio tutti per la fiducia concessa, le scorie di una stagione simile non andranno via tanto facilmente, ho bisogno di una vacanza”.
SETTI – “È stata una sofferenza, penso ancora all’anno scorso. Non era facile tornare subito su, la B è difficilissima, pazzesca. Sofferenza pura, come anche 4 anni fa. Devo ringraziare tutti, specie quelli che hanno lavorato dietro le quinte. Ora qualche giorno di riposo e poi si riparte. La città di Verona merita la Serie A, anche per quello che dimostra fuori dal campo. Il momento cruciale è stato quando mi sono incazzato nello spogliatoio contro lo Spezia: da lì abbiamo ripreso a correre, avevamo toccato il fondo. Non abbiamo espresso tutto il nostro potenziale, ma la B non è semplice”.
Dietro l’angolo si profila il primo acquisto. Il Verona è da tempo in contatto con Antonio Cassano, pronto a lanciarsi nell’ultima avventura da giocatore. La A, probabilmente, ripartirà dai suoi colpi di genio.
Autore: Giorgia Segala
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