No fear, senza paura. Il Benevento debutta su un palcoscenico da A dimostrando di meritarla, giocando per un’ora da vera grande. “Ci stiamo divertendo”, cantano i suoi 500 tifosi, e hanno ragione. Di fronte però c’era il Verona, la capolista. Che ha sofferto, ha incassato, ha subìto. Ma non è crollato.

E con un secondo tempo di alto livello ha messo alle corde l’avversario trovando un meritato pareggio. Tra l’altro senza Pazzini, espulso sull’1-2. Vuol dire che la squadra c’è. Come il Benevento: la candidatura per la promozione di questa matricola è ufficiale.

 

LA CHIAVE – È stato il primo tempo a far capire che la squadra dell’atteso ex Marco Baroni non è una meteora. Il Benevento ha fatto la differenza tenendo i quattro uomini d’attacco molto alti. Una scelta rischiosa, perché il Verona a metà campo ha avuto spazio per impostare azioni da gol. Ma non l’ha sfruttato.

A lungo andare però la strategia di Baroni non ha pagato, perché la pressione gialloblù è stata via via martellante e le barriere frangiflutti si sono sgretolate. Soprattutto a sinistra il Verona ha trovato spazio e le reti.

Bellissima quella di Luppi, che ha portato all’1-1 con una girata dopo perfetto inserimento di Souprayen (innescato da Bessa), decisiva quella di Romulo su rigore: ancora Souprayen è entrato in area e Venuti, forse inciampando, l’ha spinto. E il 2-2 è stato scritto.

 

UNO DUE – Nel primo tempo però il Benevento aveva incantato. Micidiale in casa (non perde da quasi due anni), in trasferta non vince dal 7 novembre (a Terni) e con un pizzico di fortuna ed esperienza i tre punti avrebbe potuti portarli a casa. In quei primi 45’ si è visto il meglio della squadra di Baroni, che davanti ha quattro giocatori capaci di saltare l’uomo e creare superiorità. Cissé (anche lui un ex) ha vinto un contrasto con Caracciolo al limite e ha sparato in gol la palla del vantaggio.

Dopo il pari di Luppi, il Benevento è rimasto padrone del campo e ancora Cissé ha segnato, ma Bottegoni ha segnalato un fuorigioco di Ceravolo (che aveva fatto l’assist) inesistente. Non è stato motivo di scoramento per gli ospiti, che poco dopo sono tornati in vantaggio: punizione di Ciciretti, a centro area Bianchetti s’è perso Lucioni che di punta ha infilato un Nicolas immobile.

 

IL RISVEGLIO – Nella ripresa però il Verona è cresciuto. La partita è stata sempre più bella, il Benevento via via ha cercato solo di difendersi. La scossa a un quarto d’ora dal termine, quando una gara correttissima si è accesa per un normale fallo sulla trequarti: una mini rissa è stata spenta da Abisso con due gialli, Cissé ha continuato a protestare ed è stato espulso con Baroni che chiamava (inascoltato) la sostituzione dello stesso giocatore.

Col Benevento in dieci, il Verona si è galvanizzato, ma poco dopo Pazzini è arrivato lungo sull’uscita di Cragno allungando la gamba, Lucioni l’ha spostato e l’azione sembrava finita, ma l’arbitro ha estratto un rosso coraggiosissimo ed esagerato. Non si è smontato però il Verona, che ha trovato il rigore del pari. Pesantissimo.

Sezione: Copertina / Data: Sab 04 febbraio 2017 alle 12:30 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Giorgia Segala
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