C’è stato un Verona 1, bello, spumeggiante, mitragliatore in zona gol. Adesso c’è il Verona 2, un po’ arrugginito, non grippato ma complicato nel trovare la via della rete. Il primo ha raggiunto la vetta e messo in riga gli avversari, il secondo li sta tenendo a bada…

La strada del ritorno in A non è più quel prato verde sul quale cavalcare liberamente. Adesso ci sono sentieri e tornanti, anche pareti rocciose nelle quali piantare chiodi per proseguire nella scalata. Il traguardo è lo stesso, è cambiato il modo di arrivarci.

 

Non è stata sicuramente una scelta, però è un’involuzione che fa discutere. E un po’ preoccupa. Al di là delle motivazioni oggettive riscontrate da Fabio Pecchia dopo la sofferta vittoria con l’Entella (accompagnata dai primi fischi di un Bentegodi forse troppo ben abituato dagli ultimi anni in A), una lettura giusta l’ha data il DS Filippo Fusco parlando di squadra “bloccata psicologicamente, che ha bisogno di queste vittorie per sciogliersi”.

 

IL VERONA 1 – Nelle prime 13 giornate il Verona è forse andato oltre le previsioni. Sicuramente quelle di Pecchia e Fusco, i primi a gettare acqua sul fuoco dell’entusiasmo. Al confronto di rivali più modeste del solito, l’Hellas ha avuto un ruolino monstre.

Primo con 30 punti, +5 sulla seconda e +6 sulla terza, con 9 vittorie e una sconfitta (a Benevento, ma giocando un’ottima partita in 10 dal 6’) e con 31 gol: il secondo miglior attacco della B era il Cittadella con 22… Giampaolo Pazzini segnava come al luna park (11 gol), tra i marcatori c’erano altri dieci suoi compagni perché le occasioni fioccavano e buttarla dentro era quasi naturale.

 

IL VERONA 2 – Nelle sei giornate successive il cammino è stato decisamente sottotono. Solo 7 punti, tutti in casa, con due vittorie per 1-0 (Bari ed Entella) e un pareggio, e tre sconfitte (una in casa, due fuori). Solo cinque i gol all’attivo: tre del Pazzo, che bene o male il suo dovere l’ha sempre fatto, più quelli di Luppi e Pisano. Ma soprattutto, ben 12 i gol incassati, dopo i 10 della prima fase.

E gli avversari in classifica sono lì, a premere: seconda a -2, terza a -4. Niente di eclatante, per carità: il solo Frosinone lancia qualche avviso di consistenza. Però guai a rilassarsi.

 

LA VOLATA – Non riesci a uscire dal tunnel? E allora arredalo. Pecchia ragiona così, capisce le difficoltà del momento, è confortato dai dati statistici, si aspetterebbe qualche applauso in più dal Bentegodi e ha grande fiducia nel gruppo. Ci sono due partite per girare da campione d’inverno, contro Carpi in trasferta e Cesena in casa.

Un Verona con la mente libera, come nelle prime 13 giornate, non avrebbe avuto problemi. Questo ce la deve mettere tutta, ma proprio tutta.

Sezione: Copertina / Data: Mer 21 dicembre 2016 alle 12:00 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Giorgia Segala
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