Fine delle illusioni europee. Anche perché questo Toro 2017-18 è stato spesso squadra molle e pasticciona, sciagurata nel perdere punti anche contro le piccole.
Rari i guizzi nelle sfide più complicate e poche le prove di sostanza e qualità. Così era stato con Mihajlovic, così è presto tornato a essere con Mazzarri. Aveva preso 11 punti nelle prime cinque partite, il tecnico rientrato in Serie A dopo tre anni abbondanti.
Poi, due ko di fila: il derby, in cui il suo Toro ha appena fatto il solletico a una Juve rimaneggiata, e ieri il disarmante 1-2 di Verona. Proprio contro l’Hellas che il 14 novembre 2014 lo aveva «esonerato» dall’Inter con un 2-2 a San Siro. E in serata, al rientro, i granata sono stati contestati da un gruppo di tifosi che ha atteso il pullman allo stadio Grande Torino: toni duri, ma senza tensioni, e un confronto con l’allenatore e con Belotti per non vedere finire così la stagione.

Manca la personalità
«Brutto Toro, specie nel primo tempo. Siamo tutti delusi», riconosce Belotti. L’Hellas in casa aveva perso addirittura nove partite e non a caso è penultimo. Non aveva alternative, dopo il successo della Spal a Crotone e in vista di Benevento: doveva fare punti, visto che negli ultimi otto turni ne aveva presi appena tre. Anche il Toro, però, aveva un obiettivo da raggiungere. Non fosse per un discreto avvio di ripresa e per lo sterile assalto finale, nel gelo del Bentegodi nessuno si è accorto che l’Europa League gli interessasse davvero. O, forse, semplicemente, questo è il Toro. Una squadra che da troppo tempo non ha più il miglior Belotti, che ieri è stata tradita anche dalla sicurezza Nkoulou, che in mezzo ha poca qualità e, in generale, manca di personalità. E così, riecco il temutissimo quanto solito contraccolpo da derby: la prima doppietta in A di Valoti ha fruttato al Verona il successo interno sui granata dopo 31 anni.

Granata mai così stranieri
Mazzarri era tornato al 4-3-3 caro a Mihajlovic. Aggressivo solo nei numeri, perché l’approccio del Toro più straniero della sua storia moderna (tre soli italiani dal 1’) è stato un disastro: primo corner guadagnato al 27’, primo tiro in porta (il gol del provvisorio pari di Niang) in contropiede dopo 49’. Poi, non è che il resto sia stato tanto meglio perché, pur con l’Hellas in calo, l’unica parat(in)a di Nicolas è arrivata al 91’. Due buone chance, nel mezzo, ci sono in effetti state, ma Belotti e Nkoulou le hanno sprecate. A poco è valso, quando si era sull’1-1, il tentativo di cambiare marcia inserendo l’ex desaparecido Ljajic.
Passato al 4-4-2, il Toro ha premuto invano per poi incassare il ko in un’azione horror con errori che hanno coinvolto Obi, Nkoulou, Sirigu, De Silvestri e fatto incavolare Mazzarri.
«Sì, mi sono infuriato, perché dopo aver regalato un tempo, giocato malissimo e senza grinta, abbiamo combinato un altro pasticcio. Preoccupato? Non lo so ancora, mi servono più dati. Fino al derby compreso eravamo andati bene, questo è il primo approccio che sbagliamo. Non ne accetterò più, però: non ci sto a fare da parafulmine ai giocatori, se non mi danno risposte importanti». A -8 dal settimo posto, domenica proveranno a dargliene contro il Crotone, altra pericolante. Intanto, Mazzarri fa per la prima volta peggio di Mihajlovic: 11 punti contro 12 nelle prime sette partite del girone. Comunque pochi, considerate le ambizioni e soprattutto il calendario ammiccante. Ma la verità, arrivati al 26° turno, è che questo Toro sembra davvero non valere di più.

Sezione: Avversari / Data: Lun 26 febbraio 2018 alle 15:00 / Fonte: La Stampa
Autore: Anna Vuerich
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