UN PRESENTE di crisi nera, un’emorragia di sconfitte che occorre assolutamente tamponare e l’occasione di metterci una pietra sopra con una vittoria che sigillerebbe forse per sempre la pratica salvezza. Perché se viceversa al Bentegodi la squadra infilasse il quinto capitombolo consecutivo, allora sì che si aprirebbero foschi scenari e legittime discussioni anche sull’intangibilità della panchina di Donadoni.

STA DI FATTO che per il tecnico rossoblù comincia la settimana che si annuncia come la più lunga della stagione: non foss’altro perché a Verona si giocherà di lunedì. Da un lato un vantaggio, considerato che ci sarà più tempo per assorbire il ritorno in gruppo dei nazionali, dall’altro l’altro un calvario, visto che toccherà portarsi appresso per quindici giorni il fantasma del harakiri col Crotone. Di fantasmi da domare Donadoni ne ha già abbastanza di suo. Da quando siede sulla panchina rossoblù il bergamasco non ha mai perso cinque partite di fila e non sembra il caso di azzardare una prima volta.

PER FORTUNA lo attende il Verona di Pecchia: non propriamente una squadra di fenomeni. Il +8 in classifica dei rossoblù, che è anche il margine di sicurezza sulle tre retrocedende, si spiega col fatto che al Bentegodi l’Hellas fin qui ha conquistato una sola vittoria, l’1-0 col Benevento, un pari, lo 0-0 con la Sampdoria, e ben 4 sconfitte condite da caterve di reti (13 quelle incassate da Napoli, Fiorentina, Lazio e Inter). Conforta, viceversa, il ruolino di marcia del Bologna da viaggio, fatto di 3 vittorie e altrettante sconfitte: il totale fa 9 punti dei 14 complessivi, prova provata che fin qui il pullman è un alleato e il Dall’Ara, viceversa, un macigno. Verona, dolci ricordi. L’ultimo incrocio al Bentegodi risale al 7 novembre 2015, quando al Donadoni in versione Re Mida bastarono 14 minuti per annichilire la resistenza della squadra di Mandorlini: i gol di Giaccherini e Donsah firmarono un 2-0 che a quel Bologna consentì con due successi (il primo era stato il 3-0 con l’Atalanta, nel giorno del debutto di Donadoni)di mettersene tre alle spalle. Se il Bologna tra una settimana ripetesse quell’exploit avrebbe la classifica e il tempo necessari per non dover più dedicare attenzioni alla parola salvezza: a quel punto, semmai, l’imperativo categorico sarebbe quello di non ripetere la stagione con cinquanta sfumature di grigio di un anno fa.

MEGLIO concentrarsi sull’attacco orfano di Di Francesco (sarà così fino a Natale) e sull’obbligo di individuare una formula che non deprima né l’estro di Verdi né l’adrenalina di Palacio, e che recuperi alla causa Destro. A Casteldebole, chissà perché, la prima settimana se n’è andata senza prove sul campo. Quella che resta sarà lunghissima: ma come noto il tempo corre per un allenatore che ha perso quattro partite di fila.

Sezione: Avversari / Data: Lun 13 novembre 2017 alle 11:00 / Fonte: Il Resto del Carlino
Autore: Camilla Dalloco
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