Il Mattino: "Il rebus. Benevento-Verona: Sandro resta a rischio"

Oltre alle già scontate assenze dello squalificato Viola e dell’infortunato D’Alessandro, anche la presenza di Sandro è in forte dubbio per la gara di domenica contro il Verona.
Il brasiliano, pur non avendo accusato un infortunio particolarmente serio, secondo il bollettino diramato dalla società, ha riportato una lesione di primo grado al soleo della gamba destra. Si tratta del muscolo posto più inprofondità rispetto ai gemelli del polpaccio, che si trova la tibia e l’arco tendine, notoriamente poco conosciuto ma fondamentale per la corsa. L’intervento killer di Gagliardini ha, dunque, fatto più danni del previsto.
Le percentuali che il centrocampista possa recuperare in tempo per lo scontro diretto con gli scaligeri sono davvero basse. Sandro sta seguendo un protocollo riabilitativo stabilito dal dottor Monachino, il responsabile dello staff medico, immediatamente dopo aver letto il responso della risonanza magnetica: lavori in acqua e sedute di fibrolisi percutanea per cercare di ridurre l’entità delladistrazione.

Sarà una corsa contro il tempo, mal’impressione è che De Zerbi debba già cominciare a pensare ad un’alternativa. Certo sarebbe davvero dura senza i due centrocampisti in grado di cominciare l’azione, e anche il sistema di gioco in questo caso potrebbe subire delle variazioni. Il 4-2-3-1 con Sandro e Viola avrebbe un senso, con Cataldi, Del Pinto o Memushaj molto meno. Il club giallorosso ha finalmente comunicato anche le condizioni di D’Alessandro, la cui distorsione al ginocchio subita all’Olimpico nello scontro con Kolarov, gli ha procurato una lesione di primo/secondo grado al legamento collaterale mediale del ginocchio sinistro. L’esterno offensivo già da tre settimane sta seguendo un programma di recupero personalizzato, ma non potrà riaggregarsi al gruppo dei compagni prima di una ventina di giorni.

Brutte notizie, quindi, dall’infermeria per De Zerbi che dovrà pensare ad uno schieramento inedito a centrocampo. Il tecnico sta valutando ogni possibile aspetto e alla fine potrebbe anche decidere di passare al 4-3-3 con l’arretramento di Djuricic sulla linea mediana per garantire a quest’ultima una maggiore dimestichezza col palleggio. Cosa per cui non sono troppo portati i vari Del Pinto, Cataldi e Memushaj, avendolo, peraltro, già dimostrato ampiamente nella gestione Baroni. Oltretutto il tecnico bresciano non è mai stato assai propenso a schierare un centrocampo operaio, convinto com’è che i risultati passino, innanzitutto, attraverso la coralità di gioco.

La chiave di lettura per il match con l’Hellas starà tutta nella disposizione della linea di metà campo e a come De Zerbi abbia intenzione di ovviare al più che probabile forfait di Sandro. Negli ultimi tempi Memushaj è finito in fondo alle gerarchie per tutta una serie di ragioni e il suo ripescaggio da titolare appare poco probabile. In tutte le circostanze in cui si è reso necessario infatti, De Zerbi gli ha preferito sempre Del Pinto. L’impiego di Djuricic da mezzala (come ad esempio contro il Napoli) non è poi un’idea così peregrina e non è affatto da escludere. Il nocciolo della questione sta nell’individuare tempestivamente a chi assegnare il ruolo di vertice basso.
Cataldi rimane l’opzione principale (il cittì della Nazionale Gigi Di Biagio nell’amichevole con la Primavera della Fiorentina lo ha utilizzato proprio in quella zona di campo) ma in passato in quella posizione non ha convinto più di tanto, né sul piano tattico, né sotto il profilo della personalità.
L’allenatore lombardo ha a disposizione ancora quattro sedute per prendere una decisione: ieri la squadra si è allenata sul manto in sintetico dell’antistadio «Imbriani», con la rosa suddivisa in due gruppi che hanno svolto lavori atletici ed esercitazioni tecnico-tattiche, fino alla partitella finale a superficie ridotta. Oggi si torna a Paduli dopo la nevicata: in programma una doppia sgambatura che di certo aiuterà De Zerbi a fugare i dubbi che lo assillano.